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Quando l’emorragia cerebrale è benigna, ma l’anticoagulante non può essere ripreso…

C.C. è un signore di 76 anni, sovrappeso (Kg 86; cm 175) affetto da ipertensione arteriosa in trattamento farmacologico con idroclorotiazide e bisoprololo, e da fibrillazione atriale permanente. Due anni prima erano stati eseguiti alcuni tentativi di ripristino del ritmo sinusale mediante cardioversione elettrica e farmacologica, seguiti tuttavia da recidiva dell’aritmia. La fibrillazione atriale è stata quindi definita permanente. Era stato iniziato un trattamento anticoagulante orale con dabigatran alla dose di 150 mg ogni 12 ore, che il paziente stava assumendo senza problemi. La pressione domiciliare del paziente non appariva ottimale, con valori clinici intorno ai 140-145/90 mmHg e valori domiciliari sostanzialmente analoghi. Oltre alla fibrillazione atriale, l’ECG mostrava deviazione atriale sinistra, in assenza di segni di ipertrofia (altezza onda R in aVL 4 mm; profondità onda S in V3 10 mm; assenza di strain). Il paziente era anche affetto da spondilo artrosi ed ipertrofia prostatica benigna. Nel mese di Giugno dello scorso anno il Sig. C.C. si è ricoverato in Reparto Medico per improvvisa insorgenza di stato soporoso accompagnato da clonie intermittenti ai quattro arti. Afasia globale, Glasgow Coma Scale = 10, Pressione arteriosa 125/85 mmHg, respirazione spontanea, saturazione di ossigeno 98% in aria ambiente. Una TC encefalica eseguita in urgenza ha mostrato emorragia intraparenchimale fronto-polare e fronto-basale...continua a leggere

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