Paquette e colleghi hanno seguito per 2 anni 2.932 pazienti di età media 70,3 ± 10,2 anni e per il 55,3% di sesso maschile, che assumevano ≥1 dose di dabigatran per la profilassi tromboembolica nella fibrillazione atriale e hanno definito la non persistenza in dabigatran come l’interruzione dell’assunzione di dabigatran per >30 giorni. Hanno anche disegnato un modello di regressione multivariata di Cox per definire aree geografiche di residenza e caratteristiche cliniche e sociodemografiche in grado di predire la non persistenza. La probabilità di persistenza in dabigatran a 2 anni era del 69,2%. All’incirca il 7% dei pazienti era passato a un inibitore del fattore Xa e il 6% a un antagonista della vitamina K. All’incirca un terzo dei casi di sospensione del dabigatran era dovuto primariamente a effetti collaterali gravi o non gravi del farmaco. I pazienti nordamericani avevano il massimo tasso di...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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