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Edoxaban per il trattamento del Tromboembolismo Venoso in una paziente con un carcinoma ovarico e compressione della vena iliaca comune

Introduzione
Il tromboembolismo venoso, che include la trombosi venosa profonda (DVT) e l’embolia polmonare, ha una incidenza annua nella popolazione generale di circa l’1-2% e rappresenta la prima causa di morte prevenibile nei pazienti ospedalizzati (Anderson et al., 1991; Prandoni et al., 1996). I pazienti neoplastici mostrano una maggiore incidenza di VTE che, a secondo delle casistiche, varia dal 4 al 20% ed anche il tasso di recidiva di VTE in questi pazienti è tre volte più alto rispetto alla popolazione generale (Lyman et al., 2007). Il National Comprehensive Cancer Network raccomanda l’utilizzo di eparine a basso peso molecolare (LMWH) per almeno 6 mesi in caso di VTE in pazienti con cancro (Streiff et al., 2015). Questa indicazione si basa sui risultati dello studio CLOT (LMWH versus a Coumarin for the Prevention of Recurrent Venous Thromboembolism in Patients with Cancer) il quale ha dimostrato che, nei pazienti neoplastici che presentano una DVT o una PE, l’eparina a basso peso molecolare è più efficace rispetto agli anticoagulanti antagonisti della vitamina K nel ridurre il tasso di recidive di VTE (4.2% vs 11%, hazard ratio 0.48, P<0.002) senza un aumento dei sanguinamenti (Lee et al., 2003). Le attuali Linee Guida non raccomandano l’utilizzo degli anticoagulanti diretti (DOACs) nei pazienti con cancro, questo perché non esistono sufficienti evidenze...continua a leggere

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