Nei pazienti con scompenso cardiaco a ridotta frazione d'eiezione, la prognosi è migliore se la terapia medica viene ottimizzata in accordo con le raccomandazioni fornite dalle linee guida. Tuttavia, ci sono poche evidenze al riguardo, in riferimento ai pazienti sottoposti ad impianto di defibrillatore (ICD) o a terapia di resincronizzazione (CRT), nei quali spesso la terapia prescritta non è quella ottimale. Questo studio retrospettivo ha analizzato l'impatto dell'ottimizzazione della terapia medica in 378 pazienti con scompenso cardiaco a ridotta frazione d'eiezione sottoposti ad impianto di ICD (n=243) o CRT (n=135) nel periodo gennaio 2009-dicembre 2014, valutando l'ospedalizzazione per scompenso e la sopravvivenza a 1,3 e 5 anni. I pazienti arruolati, di età media pari a 68 anni, sono stati seguiti per un follow-up medio di 23 mesi. All'arruolamento, il 36% della...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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