Il trattamento precoce con zofenopril ed aspirina in pazienti con disfunzione ventricolare sinistra successiva ad infarto miocardico anteriore rispetto alla terapia con ramipril ed aspirina è associato, nel lungo termine, ad una riduzione della mortalità per cause cardiovascolari e delle ospedalizzazioni. Questi risultati dell’estensione a 5 anni del follow-up dello studio SMILE-4 (Survival of Myocardial Infarction Long-term Evaluation-4), consistenti con quelli osservati dopo il primo anno di follow-up nello studio originale (Figura 1), riaccendono i riflettori della comunità scientifica sul problema della possibile interferenza di aspirina con l’efficacia protettiva di alcuni ACE-I (inibitori inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina). La tematica è evidentemente di non trascurabile interesse perché ACE-I ed aspirina rappresentano, nella generalità dei casi, la terapia di fondo dei pazienti ad elevato rischio cardiovascolare nei quali è mandatorio ottenere la massima resa protettiva di ogni intervento terapeutico. Peraltro, nel corso degli ultimi anni, l’orientamento prevalente della comunità scientifica è quello di considerare l’uso di aspirina non solo in prevenzione secondaria – indicazione ormai riconosciuta da tutte le Linee Guida di prevenzione cardiovascolare - ma anche in prevenzione primaria in presenza di profilo di rischio...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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