Ipertensione e cardiopatia ischemica cronica: la protezione oltre i valori pressori
Un paziente di 66 anni viene ormai seguito da alcuni anni ambulatorialmente per cardiopatia ischemica cronica. Nel corso degli anni si sono susseguite numerose coronarografie ed angioplastiche, ma una occlusione cronica della coronaria destra ha impedito una rivascolarizzazione completa (Figura 1 e 2).
Alla visita attuale, il paziente riferisce di avere ancora episodi regolari di angina per sforzi moderati, ma mai a riposo. È obiettivamente in buon compenso, e porta in visione un ecocardiogramma ed esami ematochimici di routine, risultati tutti nella norma. La pressione domiciliare media è 145/90 mmHg, mentre alla visita odierna è 152/86 mmHg.
Il paziente è in terapia con ASA, nebivololo 5 mg, atorvastatina 40 mg.
Quale intervento potrebbe essere più indicato per il controllo della pressione?
1) Introduzione di un ACE-inibitore
2) Introduzione di un sartano
3) Introduzione di un diuretico
4) Introduzione di un alfa-litico
In considerazione della necessità di controllare meglio i valori pressori, l’introduzione di un...
continua a leggere
VUOI ESSERE SEMPRE AGGIORNATO SULLE NOTIZIE DI CARDIOLOGIA E DIABETOLOGIA?
Iscriviti gratuitamente e ricevi le news di CardioLink direttamente nella tua e-mail