I potenziali effetti protettivi di zofenopril nei pazienti con infarto miocardico acuto e scompenso cardiaco sono stati estesamente descritti in precedenti articoli, in questa e in altre sezioni del sito. Questi risultati, raccolti nella serie di studi SMILE, sono stati ascritti a proprietà pleiotropiche del farmaco, in particolare in relazione a un possibile ruolo quale donatore di ione sulfidrilico (H2S), i cui effetti benefici a livello vascolare sono già stati osservati. Analogamente, la stessa molecola è stata considerata come possibile artefice dell’effetto positivo quando il farmaco viene associato ad acido acetilsalicilico, e che è stato largamente enfatizzato in precedenza: gli altri ACE-inibitori sembrerebbero soffrire di una riduzione del beneficio sulla mortalità quando associati con ASA (per il contrastante effetto sui livelli circolanti di bradichinine), mentre questo risultato sembrerebbe ridotto, o addirittura assente, nella associazione con zofenopril. Ciononostante, al momento dell’introduzione di un ACE-inibitore nella terapia farmacologica di un paziente, non si può prescindere dalle attuali evidenze. Zofenopril infatti, essendo relativamente recente, annovera una minore quantità di dati in proprio favore rispetto ad altri membri della stessa famiglia, in commercio da svariati decenni. D’altra parte, è innegabile che le attenzioni del mercato siano...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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