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Rivaroxaban e lo studio SELECT-D

Terapia anticoagulante in pazienti selezionati con cancro e rischio recidive di tromboembolismo venoso.

Introduzione
Il tromboembolismo venoso (TEV), che include la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare (EP), è un evento comune nei pazienti con il cancro (si manifesta nel 15-20% dei pazienti neoplastici), costituendo in essi la seconda causa di morte, dopo il cancro stesso.1,2 Nei pazienti neoplastici il rischio di TEV risulta essere 4.1 volte superiore rispetto alla popolazione generale, aumentando fino a 6.5 volte nei pazienti sottoposti a chemioterapia.3,4 Inoltre, rispetto ai pazienti con TEV non correlabile ad una neoplasia attiva (“cancer-free”), i pazienti neoplastici hanno un rischio di recidiva di TEV maggiore, un tasso di sopravvivenza minore, e una prognosi peggiore, con costi di gestione sanitaria decisamente più elevati.5 Nei pazienti con TEV associato al cancro, vi è una chiara indicazione alla terapia anticoagulante a lungo termine; sfortunatamente, rispetto ai pazienti “cancer-free”, l’uso degli antagonisti della vitamina K (AVK) nei pazienti neoplastici si associa ad una maggiore incidenza di recidive tromboemboliche venose, di complicanze emorragiche e di mortalità TEV-correlata.5 Le eparine a basso peso molecolare (EBPM), invece, hanno dimostrato un miglior profilo di efficacia e sicurezza in questo specifico ambito ed è per tale motivo...continua a leggere

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