Sono sempre più numerosi gli studi che indicano la presenza di un’associazione tra i tradizionali fattori di rischio cardiovascolare (diabete mellito, ipertensione arteriosa, …) e i disturbi cognitivi, compresa la demenza di Alzheimer. Il razionale di questa associazione probabilmente deve essere ricercato nel danno vascolare, correlato all’aterosclerosi e arteriosclerosi. Per questo motivo, Rouch e colleghi hanno condotto uno studio che ha analizzato il rischio di progressione del Mild Cognitive Impairment (MCI) a demenza, indagando in particolare il valore predittivo di alcuni indicatori di invecchiamento vascolare, ovvero la Pulse Wave Velocity (PWV), lo spessore medio-intimale, il diametro della carotide e le placche carotidee. Sono stati arruolati 375 anziani con MCI, seguiti annualmente in follow-up per individuare l’eventuale progressione a demenza. In tutti i partecipanti è stata misurata la rigidità vascolare mediante PWV carotido-femorale, mentre la struttura vascolare è stata analizzata con metodica ultrasonografica, valutando lo spessore medio intimale, il diametro della carotide e la presenza di placche carotidee. Nella popolazione di studio, la progressione dell’MCI a demenza è stata osservata in 105 pazienti (28%) durante un follow-up medio di 4.5 anni. Questi pazienti presentavano una PWV significativamente più elevata (12.7 [2.2]...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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