Nel paziente anziano con frattura di femore, l’infarto miocardico (IMA) rappresenta una delle complicanze perioperatorie più frequenti e si associa ad un’elevata mortalità a breve e lungo termine. Nella maggior parte dei casi la diagnosi viene confermata mediante il riscontro di un aumento degli enzimi miocardio-specifici, mentre i dati relativi all’anatomia coronarica di questi pazienti sono scarsi. Questo studio ha analizzato le conseguenze dell’IMA perioperatorio nei pazienti anziani con frattura di femore ricoverati in un ospedale di terzo livello. Nello studio sono stati arruolati 1.030 pazienti con frattura di femore, sottoposti a dosaggio della troponina, elettrocardiogramma ed ecocardiogramma all’ingresso, a 24h e a 48h dal trattamento chirurgico della frattura. Sono stati esclusi i pazienti di età < 70 anni e quelli con stenosi aortica grave, IMA recente (entro 30 giorni), cardiomiopatia da stress, insufficienza renale, sepsi o neoplasia in fase attiva. L’endpoint dello studio era rappresentato dalla mortalità, a 30 giorni e ad 1 anno. I risultati hanno mostrato livelli di troponina I ≥0.5 μg/L in 129/1030 pazienti; di questi, 37 sono stati esclusi in base ai criteri sopra indicati. Nei 92 pazienti inclusi nell’analisi, la mortalità intraospedaliera e ad 1 anno sono risultate significativamente più elevate rispetto ai controlli...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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