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La gestione dei rischi residui nei pazienti con infarto miocardico deve includere il trattamento del colesterolo non HDL, considerando sia l'LDL che la trigliceridemia
Fonte: Suzuki K - Arterioscler Thromb Vasc Biol. 2019: doi: 10.1161/ATVBAHA.119.312336.

Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Suzuki K della Tohoku University Sendai, Giappone. Uno dei più importanti obiettivi terapeutici nei pazienti con un pregresso infarto miocardico (MI) è prevenirne la recidiva. Sebbene le statine siano ampiamente utilizzate per questo scopo, rimane un rischio residuo considerevole anche dopo che le LDL sono ben controllate dalle statine, pertanto i ricercatori hanno esaminato gli impatti clinici del nHDL (colesterolo lipoproteico non ad alta densità) e dei suoi componenti principali trigliceridi e LDL come rischi residui per recidiva dell’IM utilizzando il database del CHART (Chronic Heart Failure Analysis and Registry in the Tohoku District) Study, studio di coorte su larga scala di pazienti giapponesi con patologia cardiovascolare. Dallo studio CHART sono stati arruolati 1843 pazienti consecutivi con pregresso...continua a leggere

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