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Carenza marziale e scompenso cardiaco, una relazione pericolosa ancora poco considerata dai medici. E’ tempo di vincere l’inerzia nella diagnosi e nella prescrizione

Conoscere la carenza marziale nello SC come importante target terapeutico

Il deficit di ferro (DdF) si definisce come una condizione nella quale la disponibilità di ferro è inadeguata alle esigenze dell’organismo e questo in presenza o assenza di anemia. Nello scompenso cardiaco (SC), la carenza marziale è presente nel 45-60% dei pazienti ed ha una genesi multifattoriale, dovuta allo stato di infiammazione cronica, ad un diminuito assorbimento intestinale, ad un ridotto introito con gli alimenti. Per i suoi effetti sul rischio di aumentare le ospedalizzazioni, di aggravare i sintomi e peggiorare la qualità di vita, le ultime Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) per la diagnosi e il trattamento dello SC, raccomandano che il DdF venga diagnosticato in tutti i pazienti affetti da SC ed iniziato, se necessario, il trattamento più appropriato con ferro endovena. Nonostante questo, tali raccomandazioni rimangono ancora inattese e non seguite nei reparti e negli ambulatori di Cardiologia e Medicina Interna. Nei prossimi paragrafi verranno suggeriti alcuni accorgimenti pratici per aiutare a superare questa inerzia nella diagnosi e nella terapia (Tabella). L’importanza di una corretta terminologia per la diagnosi di DdF
Familiarizzare con la nomenclatura è il primo passo...continua a leggere

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