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Cardiopatia amiloidotica e cardiomiopatia di fabry: quali sono le "red flags" cliniche nella diagnostica differenziale?

La cardiomiopatia ipertrofica, definita genericamente come malattia del muscolo cardiaco caratterizzata da un’ipertrofia ventricolare sinistra (IVS) in assenza di evidenti cause che possano giustificarla, è un riscontro comune nella pratica clinica quotidiana del Cardiologo. Nelle ultime decadi, lo studio di tale patologia, dal punto di vista genetico e dell’imaging, ha permesso di svelare come in realtà questa definizione abbracci, aldilà della classica cardiomiopatia ipertrofica (CMI) dovuta a mutazioni di proteine sarcomeriche1, un insieme di patologie estremamente eterogenee tra loro, seppur accumunate dall’aspetto fenotipico dell’IVS. La diagnostica differenziale delle varie “fenocopie” è di fondamentale importanza, poiché alcune di queste possono avvalersi di terapie specifiche in grado di avere un impatto favorevole sulla prognosi, soprattutto se iniziate precocemente. Come suggerito dal Working Group – Malattie del miocardio e del pericardio – della Società Europea di Cardiologia2, il percorso diagnostico del paziente con IVS di eziologia sconosciuta può avvalersi di “red-flags” cliniche e strumentali che possono guidare il Clinico verso una corretta diagnosi. In questo percorso è importante conoscere, per saper poi riconoscere, due fenocopie in particolare: la cardiopatia amiloidotica (CA) da transtiretina (TTR) e la cardiomiopatia di Fabry (CF). Le “red flags” cliniche sono di particolare importanza in...continua a leggere

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