I pazienti con scompenso cardiaco a frazione d’eiezione ridotta sono soggetti ad un incrementato rischio di mortalità e di ospedalizzazioni. Il miglioramento delle funzioni fisiologiche e dei sintomi costituisce lo scopo del trattamento dello scompenso e viene attestato attraverso il questionario “Kansas City Cardiomyopathy” (KCCQ) e il “Minnesota living with heart failure questionnaire” dalla Food and Drug Administration (FDA) per valutare l’efficacia dei device e dei trattamenti per lo scompenso cardiaco. L’empagliflozina, un inibitore del cotrasportatore sodio-glucosio (SGLT2), ha dimostrato di ridurre l’endpoint composito di ospedalizzazione per scompenso cardiaco e/o mortalità cardiovascolare. Nello studio DAPA-HF (Dapagliflozin and Prevention of Adverse-outcomes in Heart Failure), la dapagliflozina migliorava l’outcome cardiovascolare. Lo studio “EMPEROR-Reduced” (Empagliflozin Outcome Trial...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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