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SHIFT substudy QoL: ivabradina migliora la qualità di vita dei pazienti scompensati
Fonte: ESC Congress 2011, Parigi.

Per la prima volta è stato riscontrato un legame diretto tra l’abbassamento della frequenza cardiaca e la qualità della vita e questo rappresenta senza dubbio una grande notizia. A Parigi, durante la sessione clinical trial update II dell’ESC 2011, sono stati presentati i dati del sottostudio sulla qualità di vita dello SHIFT (Systolic Heart Failure Treatment with the If Inhibitor Ivabradine Trial) il più grande studio di morbi-mortalità sul trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica. Giusto un anno fa, sempre in occasione dell’europeo di cardiologia, erano stati presentati i risultati principali dello studio ed era stato dimostrato che ivabradina, on top della migliore terapia possibile nello scompenso cardiaco cronico, migliora drammaticamente la sopravvivenza e riduce la progressione della malattia. Oggi, il sottostudio dello SHIFT orientato a valutare l’impatto di ivabradina sulla qualità di vita dei soggetti scompensati arruolati nello studio, ha dimostrato che non solo ivabradina migliora la qualità di vita ma anche che tale miglioramento è proporzionale alla riduzione della frequenza cardiaca (FC). Quindi, più bassa è la FC e migliore è la qualità di vita dei pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico (Figura 1 e 2). Tutti sappiamo molto bene come beta bloccanti ed ACE-inibitori rappresentino terapie cardine nella gestione dello scompenso cardiaco...continua a leggere

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