Fonte: Canadian Journal of Cardiology article in press. Queste sono le interessanti conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Min Cheng del Fuwai Hospital, Cina. Non essendo certa l’associazione tra assunzione abituale di caffeina con la fibrillazione atriale, i ricercatori hanno condotto una metanalisi per valutare l'associazione tra l’assunzione costante di caffeina e il rischio di fibrillazione atriale e di valutare la potenziale relazione dose - risposta. Hanno cercato sull’argomento articoli rilevanti includendo studi di coorte prospettici su Pubmed, Embase e Cochrane library fino a novembre 2013, includendo 6 studi di coorte prospettici con 228.465 partecipanti. Una prima metanalisi ha mostrato che l’assunzione di caffeina è debolmente associata ad un ridotto rischio di fibrillazione atriale (RR 0,90, IC 95% 0,81-1,01, P = 0.07; I2 = 73%). Nelle analisi dei sottogruppi, i risultati raccolti da studi con regolazione di potenziali fattori confondenti ha mostrato una riduzione del 11% del rischio di fibrillazione atriale per l’assunzione di una bassa dose di caffeina (RR 0.89, 95% CI 0,80-0,99, P = 0,032; I2 = 30,9%, P = 0,227) e del 16% per un’alta dose (RR 0,84, 95% CI 0,75-0,94, P = 0,002; I2 = 24,1%, P = 0,267). Una relazione inversa è stata trovata tra l'assunzione abituale di caffeina e rischio di fibrillazione atriale (P per la tendenza generale = 0.015, P per linearità = 0.27) sia nel rapporto dose - risposta che nell'incidenza di fibrillazione atriale essendo diminuito del 6% (RR 0.94, 95% CI 0,90 a 0.99) per ogni 300 mg/die di assunzione abituale di caffeina.
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"Ricerca interessante che fa seguito al recente studio di Freedman (N.Engl.J.Med,2012) che ha evidenziato, tra l'altro, riduzione della mortalità per malattie cardiache. Il presente studio ha in particolare dimostrato che il consumo abituale di caffè riduce il rischio di fibrillazione atriale."
Ciao.
Franco Falcone
un pensierino ce lo sto facendo....
Farò sapere!
Grazie anche a Valter Antonio, per il supporto!
angelo dionisi
Vedi caro Franco, io mantengo perfettamente l'effetto farmacologico (potente!) del caffè perché ne faccio un uso sporadico (prima o durante i turni di guardia notturna). Se ne facessi un uso abituale dovrei o incrementarne il dosaggio oppure ricorrere ad altro. Molti camionisti per mantenere lo stesso effetto arrivano a 6-7 caffè al giorno eppure anche in tal caso, devono sovente ricorrere ad altro (taurina, ginseng ed affini... e ti assicuro che in PS si vedono tante fibrillazioni parossistiche da ginseng che è solo una delle sostanze "dichiarate" contenute nel caffè. Se non si vedono i nessi causali è solo perché non si indagano, solo perché non vi si pensa e solo perché si è inconsciamente indulgenti con quelli che la società ci ha trasmesso essere solo dei vezzi "innocui").
Se prendiamo alcune popolazioni di fumatori possiamo dedurre che il fumo non ha nè effetti flogistici nè neoplastici; questo è sicuramente effetto di un corredo genetico protettivo rispetto al metabolismo degli oncogeni e dei flogogeni. Non per questo, in assenza di notizie scientifiche certe su questo ipotizzabile effetto protettivo, ci sentiremmo di consigliare il fumo.
A mio parere l'esperienza generale della pratica richiama alla moderazione per gli effetti della caffeina. Altro sarebbe differenziare lo studio per popolazioni in base alla personale risposta. Comunque una bella chiacchierata. Franco Falcone
il programma suggerito che vedo con piacere che anche il collega Vittorio ha visto, posto che abbiamo visto lo stesso programma e posto che sia stato visto per intero, ha evidenziato: 1)gli interessi sottesi a questo vezzo sono difficili da calcolare, ma basti pensare che le "factories" del caffé si comportano (e, come la Lavazza, hanno formalmente istituite) come delle vere e proprie finanziarie, caratteristica peculiare delle Holdings. E già questo è elemento indiziario prognosticamente negativo per la salute collettiva. 2)la qualità del caffè italiano (a qualunque latitudine e perfino nelle migliori famiglie, nessuno degli esperti europei ha mai dato la sufficienza, ovvero neppure un 6) è pessima, il che significa non solo cattivo sapore ma cattive sostanze introdotte: terra, irrancidimento, ossidazione di cere, scadente selezione, scadente tostatura, ecc... E ricordo che introdurre sostanze di cattiva qualità non corrisponde al concetto di salute; 3)è stato rilevato che lo stesso stoccaggio approssimativo (molto diffuso) ed i sistemi di trasporto grossolani vanno a detrimento della qualità non solo del gusto ma anche della salute. 4)E' stata evidenziata in diversi contesti la liberazione di sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene connesse con i processi di percolazione ad alte temperature sia dei presidi plastici che metallici di supporto delle miscele. Per brevità, tuttavia, ho semplicemente detto che visionando il programma sarebbe crollato un mito. Esattamente ciò che ha voluto significare la conduttrice e di cui tutto il "sapore" del servizio era permeato. Gli aspetti strettamenti medici, fisio-patologici, di tolleranza e di dipendenza non sono stati minimamente affrontati dal programma ma penso siano stati oggetto di un proficuo forum tra noi colleghi nei commenti precedenti.
1.Freedman ND, Park Y, Abnet CC et al. Association of coffee drinking with total and cause-specific mortality. N Engl J Med. 2012 May 17;366(20):1891-904.
Come avrai ben capito, l'abstract da te citato, dice esattamente l'opposto di ciò che la parte che hai estrapolato sembra suggerire [1]. Come ho detto, se ne puo' discutere. Certo è che l'estrapolare una parte di un abstract in modo da far pensare che dica ciò che si sostiene è in linea con le teorie dei complotti.
1. O'Keefe JH et al. Effects of habitual coffee consumption on cardiometabolic disease, cardiovascular health, and all-cause mortality. J Am Coll Cardiol. 2013 Sep 17;62(12):1043-51.
Mi chiedo se questa riduzione del rischio possa essere attribuita agli effetti benefici della caffeina sul sistema cardiovascolare o se vi siano altri fattori che potrebbero influenzare questi risultati. Inoltre, considerando che la ricerca ha utilizzato dati fino al novembre 2013, mi chiedo se ci siano ulteriori studi più recenti che confermino o contraddicano questi risultati.
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