Retinopatia ipertensiva di grado lieve e mortalità cardiovascolare: un nuovo fattore prognostico indipendente
Fonte: Circulation 2011; 124: 2502-2511.

Questo studio di coorte giapponese ha esaminato se la retinopatia ipertensiva di grado lieve possa essere un fattore di rischio per la mortalità cardiovascolare nei soggetti con e senza ipertensione. Ben 87.890 persone (29.917 uomini e 57.973 donne) tra i 40 e 79 anni di età nel 1993 sono stati seguiti fino al 2008. La fotografia della retina è stata classificata come normale, di grado 1 o di grado 2 in base alla classificazione di Keith-Wagener-Barker. Sono stati quindi calcolati i risk ratio per la mortalità per tutte le cause e per la mortalità causa-specifica in ognuno di questi tre gruppi. Le covariate includevano l’età, la pressione arteriosa sistolica, l’uso di farmaci antipertensivi e la presenza di altri fattori di rischio cardiovascolare. Gli hazard ratio multivariati per la mortalità totale da malattie cardiovascolari sono stati rispettivamente: 1,24 (95% intervallo di confidenza [CI], 1,12-1,38) e 1,23 (95% CI, 1,03-1,47) per i gradi 1 e 2 tra gli uomini e 1.12 (95% CI, 1.01- 1,24) e 1,44 (95% CI, 1,24-1,68) per i gradi 1 e 2 tra le donne. Gli hazard ratio per la mortalità totale da ictus sono stati rispettivamente: 1,31 (95% CI, 1,13-1,53) e 1,38 (95% CI, 1,08-1,77) per i gradi 1 e 2 tra gli uomini e 1,30 (95% CI, 1,12-1,50) e 1,70 (95 % CI, 1,36-2,11) per i gradi 1 e 2 tra le donne. Per entrambi i soggetti ipertesi e normotesi di ciascun sesso, gli hazard ratio multivariati per la mortalità da tutte le cause, per la mortalità da patologie cardiovascolari e per la mortalità da ictus erano significativamente più alti di grado 1 o 2 rispetto al normale. In conclusione, la retinopatia ipertensiva di grado lieve è un fattore di rischio per la mortalità cardiovascolare indipendente tra gli uomini e le donne con e senza ipertensione.

 
GIUSEPPE CANGIANO
nulla di nuovo: da giovane cardiologo imparai da un collega oculista a visionare con la lampada a fessura il fondo oculare di tutti i soggetti ipertesi
inserito il: 19-12-2011 09:15
 
 
VINCENZO DI GARBO
E' vero nulla di nuovo..ma perchè allora è stata tolta dalle complicanze d'organo per calcolare il rischio globale dei pazienti ipertesi?
inserito il: 23-12-2011 16:58
 
 
DOMENICO GALASSO
Domenico Galasso E' una scoperta ampiamente conosciuta, e oggi poco seguita forse perchè tardiva nella definizione del rischio CV.Occorre un intervento precoce che puntualizzi altri dati come IMI e la microoalbuminuria
inserito il: 02-01-2012 21:34
 
 
VALERIO DI LIBERATO
Come mai gli AA. Giapponesi continuano a chiamare "ipertensiva" una retinopatia che non è legata all'ipertensione? Parlare di "Retinopatia Ipertensiva" in un soggetto normale, che iperteso non è, mi sembra un pasticcio terminologico.
Valerio Di Liberato
inserito il: 04-01-2012 15:52
 
 
ALFIO BIANCHI
Studio numericamente corposo e quindi di una certa rilevanza .Concordo con Di Liberato Non e' retinopatia ipertensiva nei non ipertesi. E' un marker verosimilmente di malattia vascolare .Esame da rivalutare .
inserito il: 06-01-2012 11:38
 
 
ANTONIO TRIBULATO
Secondo studi condotti da oculisti la classificazione riguardo a retinopatia ipertensiva di 1 e 2 grado è inattendibile. Ho espresso in occasione di questi incontri di aggiornamento la mia perplessità a riguardo ma gli oculisti, di rilievo nazionale intervenuti all'evento, affermavano che sulla scorta di una es. oftamoscopico non è possibile fare diagnosi certa di "retinopatia lieve". La fotografia retinica è tanto più certa dell'es. oftalmoscopico? I giapponesi sono i maggiori se non gli unici produttori di attrezzature per fotografare la retina!
inserito il: 08-01-2012 13:19
 
  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

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