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  • Verso un nuovo farmaco per la cardiomiopatia ipertrofica
    Fonte: ACC Congress 2024 - Maron MS, Mahmod M, Abd Samat AH, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi: 10.1016/j.jacc.2024.03.387).. La cardiomiopatia ipertrofica è la patologia su base genetica più comune, con una prevalenza di almeno 1 caso su 500 nella popolazione generale. Circa due terzi dei pazienti sono affetti dalla forma ostruttiva della malattia, in cui l’ipertrofia determina un’ostruzione all’efflusso di sangue dal ventricolo sinistro, mentre il restante terzo presenta una forma non ostruttiva. Le opzioni terapeutiche per la cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva sono ancora limitate. Uno studio di fase 2 presentato al congresso ACC (IMPROVE-HCM) ha dimostrato un buon profilo di sicurezza e tollerabilità, nonché un miglioramento dei sintomi e della capacità...leggi la news
  • SGLT2-inibitori: efficaci dopo un infarto miocardico?
    Fonte: ACC Congress 2024. Lo studio EMPACT-MI ha mostrato che la terapia con il farmaco SGLT2-inibitore empagliflozin non determina una riduzione significativa di un endpoint primario (ospedalizzazioni per scompenso o morte per ogni causa dopo un infarto miocardico), nonostante una riduzione del 25-30% del rischio di ospedalizzazione per scompenso. Lo studio ha arruolato 6522 pazienti con infarto miocardico in 451 centri in 22 Paesi. I partecipanti allo studio non avevano una storia di scompenso cardiaco ma almeno un fattore di rischio per scompenso in aggiunta a una frazione d’eiezioneleggi la news
  • Shunt interatriale: una strategia non efficace nello scompenso cardiaco
    Fonte: ACC Congress 2024. Lo studio RELIEVE-HF ha dimostrato che l’impianto di un dispositivo che causa uno shunt interatriale non determina un miglioramento significativo della prognosi. Questo studio è il primo trial randomizzato a confrontare l’impianto di questo dispositivo con una “procedura placebo” in pazienti con scompenso cardiaco a frazione d’eiezione ridotta o preservata. Un’analisi predefinita ha suggerito che lo shunt possa essere efficace in pazienti con scompenso a frazione d’eiezione ridotta e possa invece peggiorare la prognosi in pazienti con scompenso a frazione d’eiezione preservata. Il dispositivo valutato in questo studio crea una comunicazione fra l’atrio sinistro e l’atrio destro per consentire il passaggio di sangue da sinistra a destra, particolarmente quando la pressione...leggi la news
  • Per quanto tempo prescrivere aspirina dopo una sindrome coronarica acuta?
    Fonte: ACC Congress 2024. Pazienti con sindrome coronarica acuta ricevono solitamente una doppia terapia antiaggregante con aspirina e un inibitore di P2Y12 (ticagrelor o prasugrel) per 12 mesi. Lo studio ULTIMATE-DAPT è il primo studio controllato con placebo volto a valutare se un mese di terapia con aspirina e ticagrelor, seguito dal solo ticagrelor, può essere sufficiente. I ricercatori hanno arruolato 3400 pazienti in 58 centri. I pazienti non dovevano aver presentato eventi avversi cardiovascolari o sanguinamenti durante il primo mese dopo un’angioplastica per sindrome coronarica acuta. Dopo il primo mese di doppia terapia antiaggregante i pazienti sono stati randomizzati alla prosecuzione della doppia terapia antiaggregante oppure al passaggio al solo ticagrelor, assunto insieme a...leggi la news

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