Rispetto ai normopeso, gli uomini obesi hanno un aumentato rischio di infarto miocardico acuto e di morte cardiovascolare, mentre le donne in sovrappeso hanno una diminuzione del rischio di IMA
Fonte: BMC Cardiovasc Disord. 2014 21;14(1):68.

Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Borgeraas H del Vestfold Hospital Trust, Tønsberg, Norvegia. Avendo un certo numero di studi suggerito che i pazienti in sovrappeso o obesi con malattia coronarica possono avere una minore morbilità e mortalità rispetto ai loro omologhi più magri e visto che,  invece, pochi studi hanno affrontato le possibili differenze di genere, tra l'altro con risultati contrastanti, i ricercatori hanno voluto esaminare l'associazione tra indice di massa corporea (BMI) e rischio di infarto miocardico acuto (IMA), morte cardiovascolare (CV) e mortalità per tutte le cause in uomini e donne con sospetta angina pectoris stabile. Lo studio ha esaminato una coorte comprendeva di 4.164 pazienti con sospetta angina stabile sottoposti ad angiografia coronarica elettiva tra il 2000 e il 2004. Gli eventi sono stati registrati fino alla fine del 2006. Hazard ratio (HR) (intervalli di confidenza al 95%) sono stati stimati con la regressione di Cox confrontando peso normale (18.5- 24.9 kg/m2), con sovrappeso (25-29,9 kg/m2) e (≥ 30 kg/m2) pazienti obesi. Pazienti in sottopeso (< 18.5 kg/m2) sono stati esclusi dallo studio. Dei 4.131 pazienti con dati completi, il 72% erano maschi e il 75% presentavano  una cardiopatia ischemica significativa. L'età media della popolazione totale era di 62 anni. Il BMI medio era 26,8 kg/m2, il 34% era normopeso, il 48% in sovrappeso e il 19% obeso. Durante il follow-up 337 pazienti (8,2%) ha avuto un IMA e 302 (7,3%) sono morti, di cui 165 (4.0%) per cause cardiovascolari. È stata osservata una significativa interazione tra gruppi di BMI e genere per quanto riguarda il rischio di IMA (p = 0,011) e morte CV (p = 0,031), ma non il rischio di mortalità per tutte le cause; uomini obesi avevano un aumento del rischio di IMA (HR 1.80 (1.28, 2.52)) e di morte CV (HR 1,60 (1,00, 2,55)), rispetto agli uomini di peso normale. Per contro, le donne in sovrappeso avevano una diminuzione del rischio di IMA (HR 0,56 (0,33, 0,98)), rispetto alle donne di peso normale. Il rischio di mortalità per tutte le cause non differiva tra le categorie di BMI.

 
LEONARDO SARACINO
se l'età media anche delle donne era di 62 aa,è strana la dimin.del rischio IMA in quelle sovrappeso dato che fino ad oggi si sapeva che il rischio cardiovasc.post menopausa aumentava e raggiungeva valori simili agli uomini...come spiegare questa diff.di genere?
inserito il: 03-10-2014 09:58
 
 
ALFIO STUTO
Condivido la perplessità di Saracino.
inserito il: 03-10-2014 16:40
 
 
ALBERTO CUCCUINI
condivido le perplessità
inoltre mi sembra che manchino dati omogenei sul trattamento in atto
infine allora stiamo sbagliando a indicare il normo peso anche alle pazienti ???
Mi sembra una ricerca molto ma molto fantasiosa
inserito il: 04-10-2014 06:39
 
 
MARIO UGO MIRABELLA
mahhh
inserito il: 04-10-2014 10:04
 
 
FAUSTO ZUCCATO
Ma davvero?
inserito il: 05-10-2014 07:59
 
 
DONATELLA ARALDA
Forse il tempo d'osservazione e' stato troppo breve, proprio in ragione delll' età media, che vede probabilmente alcune donne ancora troppo vicine all'età della menopausa e quindi con un rischio ancora relativamente basso rispetto alla popolazione maschile. Trovo che sia una carenza l' aver escluso i pazienti sottopeso, che potevano costituire un sottogruppo molto interessante. Comunque i dati sono chiari; il sovrappeso femminile ha indubbiamente una valenza inferiore a quello maschile.
inserito il: 22-12-2014 12:16
 
 
DOMENICO GALASSO
Difficile comprendere il meccanismo di azione. La differenza di genere è fragile.Bisogna approfondire.
inserito il: 24-12-2014 13:41