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Il rischio di morte cardiaca improvvisa nel paziente iperteso senza malattia cardiovascolare nota |
Fonte: Verdecchia P et al. Hypertension. May 2019;73:1071–1078. https://doi.org/10.1161/HYPERTENSIONAHA.119.12684 . Questo studio ha indagato i fattori di rischio per morte cardiaca improvvisa (MI) nel paziente iperteso che non presenta malattia cardiovascolare nota. In particolare, Verdecchia et al. presentano i dati di follow-up di una coorte di 3.242 soggetti ipertesi senza evidenza di patologia coronarica o cerebrovascolare alla valutazione basale, sottoposti a ECG e monitoraggio pressorio nelle 24h e seguiti nel tempo per un periodo di durata media pari a 10.3 anni. All’arruolamento i partecipanti avevano un’età media di 50 anni; il 45% della popolazione era costituito da donne, il 61% da soggetti affetti da diabete mellito tipo 2. I partecipanti presentavano valori pressori clinici medi di 154/96 mmHg e valori medi al monitoraggio delle 24h di 136/86 mmHg. Il 13.9% dei soggetti presentava segni di ipertrofia ventricolare sinistra all’elettrocardiogramma. Durante il follow-up, 33 pazienti sono deceduti per MI, con un tasso di 0.10 per 100 pazienti-anno (95% CI, 0.07–0.14). Il tasso di MI è risultato pari a 0.07 e 0.30 per 100 pazienti-anno rispettivamente nei pazienti senza e con segni di ipertrofia ventricolare all’elettrocardiogramma (p<0.01). All’analisi di Cox l’ipertrofia ventricolare sinistra era associata ad aumento di quasi tre volte del rischio di MI (hazard ratio 2.99; 95% CI, 1.47–6.09; p=0.002) dopo aggiustamento per età (p<0.0001), sesso (P=0.019), diabete (p<0.0001) e pressione differenziale al monitoraggio pressorio nelle 24h (p=0.036). Inoltre, il rischio di morte improvvisa aumentava del 35% per ogni aumento di 10 mmHg della pressione differenziale rilevata al monitoraggio pressorio. Possiamo quindi concludere che, nel paziente iperteso senza malattia cardiovascolare nota, l’età il diabete, l’ipertrofia ventricolare sinistra e la pressione differenziale rilevata al monitoraggio pressorio nelle 24h rappresentano dei marker prognostici e dei fattori di rischio per MI. leggi anche |
- Il finerenone riduce l’albuminuria e migliora la prognosi nei pazienti diabetici con malattia renale
Fonte: Agarwal R, Annals of internal medicine. 2024; doi: 10.7326/M23-1023. Un recente studio ha analizzato i dati di due studi di fase 3 che hanno complessivamente coinvolto 12.512 pazienti con malattia renale cronica (CKD) e diabete di tipo 2 (T2D), per individuare il meccanismo principale attraverso cui il finerenone, un antagonista non steroideo dei recettori dei mineralcorticoidi, migliora gli esiti cardiovascolari e renali. Lo studio mirava a quantificare la percentuale di riduzioni del rischio renale e cardiovascolare in un periodo di 4 anni mediata da un cambiamento nel danno renale, misurato dalla variazione del rapporto albumina/creatinina nelle urine (UACR) tra il basale e il mese 4. All’inizio dello studio, l’UACR mediano della popolazione era di...leggi la news - Sildenafil nel trattamento dei pazienti con infezione da Coronavirus e ipertensione polmonare
Fonte: Oliynyk O. V, Rorat M, Strepetova M, O et al. Viruses. 2023 May 11;15(5):1157. PMID: 37243243. PMCID: PMC10223625. DOI: 10.3390/v15051157. L'ipertensione arteriosa polmonare (PAH) è comune nella malattia grave da coronavirus 2019 (COVID-19) e peggiora la prognosi. Il sildenafil, un inibitore della fosfodiesterasi-5, è approvato per il trattamento della PAH, ma si sa poco della sua efficacia nei casi di COVID-19 grave con PAH. Pertanto questo studio ha valutato l'efficacia clinica del sildenafil nei pazienti con COVID-19 grave e PAH. Sono stati reclutati 75 pazienti, ricoverati in terapia intensiva per infezione da COVID-19 e PAH e sono stati assegnati in modo casuale a ricevere sildenafil o un placebo. L'endpoint primario era la mortalità a...leggi la news - Lo spettro della fibrillazione atriale nei pazienti HFpEF
Fonte: Yang E. et al. J Am Coll Cardiol HF. 2024. doi: 10.1016/j.jacc.2024.03.012. Uno studio pubblicato su JACC Heart Failure ha indagato la prevalenza della fibrillazione atriale subclinica (subclinical atrial fibrillation - sAF) nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata (heart failure with preserved ejection fraction - HFpEF). Confrontando 90 pazienti HFpEF senza diagnosi pregressa di AF con 1.230 partecipanti sani del MESA (multi-ethnic study of atherosclerosis), gli autori dello studio hanno scoperto che la sAF era presente nell'8,9% dei pazienti HFpEF, un tasso significativamente superiore rispetto al 4,1% degli individui senza scompenso cardiaco. L'età mediana dei pazienti HFpEF era di 69 anni, contro i 72 anni dei partecipanti al MESA, con...leggi la news - I vantaggi della TC coronarica nei pazienti diabetici con angina stabile
Fonte: Benedek T, Diabetes Care. 2023; doi.org/10.2337/dc23-0710. Un'analisi recente dello studio DISCHARGE, condotto in 16 paesi europei, ha confrontato la tomografia computerizzata cardiaca (TC) con la coronarografia come approccio diagnostico iniziale per l'angina stabile nei pazienti con diabete e una probabilità pre test intermedia di malattia coronarica. Tra i 3.541 pazienti seguiti per una mediana di 3,5 anni, 557 erano diabetici e 2.984 erano senza diabete. i gruppi hanno mostrato tassi simili di eventi cardiaci avversi maggiori (MACE) indipendentemente dalla strategia diagnostica iniziale. Tuttavia, nei pazienti diabetici, l'approccio con TC è stato associato a una minore incidenza di MACE estesi (cioè eventi cardiovascolari, attacchi ischemici transitori e complicanze procedurali) rispetto all'approccio con coronarografia. In particolare,...leggi la news
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