Valore prognostico della natriemia nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione d’eiezione conservata
Fonte: Imran TF et al. Int J Cardiol. Epub ahead of print 2019. doi: 10.1016/j.ijcard.2019.03.040.

Gli autori di questo studio hanno valutato se controlli seriati della natriemia (Na) nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione d’eiezione conservata (HfpEF) possono essere utili ad identificare i soggetti a maggior rischio di outcome avversi. Nell’analisi sono stati inclusi 50.932 soggetti con HFpEF per i quali erano disponibili 759.577 dosaggi della Na; mediante l’analisi di Cox è stata quindi analizzata l’associazione tra i dosaggi ripetuti della Na e la mortalità. Durante il follow-up, di durata mediana pari a 2.9 anni (IQR: 1.2–5.4), si sono verificati 19.011 decessi. All’analisi multivariata, dopo aggiustamento per caratteristiche demografiche, filtrato glomerulare, kaliemia e principali farmaci e comorbidità (coronaropatia, ipertensione, dislipidemia, fibrillazione atriale, pneumopatia, …), si osservava un’associazione a J tra i livelli di Na e la mortalità, associazione che potrebbe essere secondaria all’attivazione neuro-ormonale che si verifica in questi pazienti. L’hazard ratio per la mortalità da tutte le cause è risultato di 2.48 (95% CI 2.38–2.60) nei pazienti con Na 115.00–133.99 e 1.40 (95% CI 1.35–1.46) nei pazienti con Na 143.00–175.00 rispetto a valori di Na di 137.01–140.99 (categoria di riferimento). Per quanto riguarda le ospedalizzazioni, sono stati registrati 1.275.614 giorni di ricovero per tutte le cause e 104 006 giorni di ricovero per scompenso cardiaco, con un “incidence density ratio” rispettivamente di 2.03 (95% CI 1.90–2.18 ricoveri da tutte le cause) e 1.73 (95% CI: 1.39–2.16 ricoveri per scompenso) per il sottogruppo di pazienti con valori di Na più bassi. Pertanto, il monitoraggio dei livelli sierici di sodio mediante dosaggi seriati può essere utile nei pazienti con HFpEF per individuare i soggetti a maggior rischio di outcome avversi.

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