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Impiego della serelaxina nello scompenso cardiaco acuto |
Fonte: Metra M et al. N Engl J Med. 2019 Aug 22;381(8):716-726. doi: 10.1056/NEJMoa1801291. La serelaxina è una forma ricombinante della relaxina 2, un ormone vasodilatatore che contribuisce ai fenomeni di adattamento cardiovascolare e renale che si verificano durante la gravidanza. Precedenti studi suggeriscono che il trattamento con serelaxina potrebbe associarsi ad un miglioramento dei sintomi e degli outcome nei pazienti con scompenso cardiaco (SC) acuto. In questo studio multicentrico in doppio cieco, controllato con placebo, sono stati arruolati pazienti ricoverati in ospedale per SC acuto con dispnea, congestione vascolare alla radiografia del torace, aumento delle concentrazioni plasmatiche di peptidi natriuretici, insufficienza renale da lieve a moderata e pressione arteriosa sistolica di almeno 125 mmHg. I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere entro 16 ore dalla presentazione un'infusione endovenosa di 48 ore di serelaxina (30 μg per Kg di peso corporeo al giorno) o un placebo, in aggiunta al trattamento standard. I due endpoint primari dello studio erano rappresentati da mortalità per cause cardiovascolari a 180 giorni e peggioramento dello SC a 5 giorni. In totale sono stati arruolati 6545 pazienti. A 180 giorni, 285 dei 3.274 pazienti (8.7%) del gruppo serelaxina e 290 dei 3.271 pazienti (8.9%) nel gruppo placebo erano deceduti per cause cardiovascolari (hazard ratio 0.98; 95% CI 0.83 - 1.15, p=0.77). Un peggioramento del quadro di SC a 5 giorni è stato osservato in 227 pazienti (6.9%) del gruppo serelaxina e in 252 (7.7%) del gruppo placebo (HR 0.89; IC 95% 0.75 - 1.07; p=0.19). Non sono state rilevate differenze significative tra i due gruppi nei restanti outcome analizzati, ovvero mortalità da tutte le cause a 180 giorni, mortalità per cause cardiovascolari o riospedalizzazione per SC o insufficienza renale a 180 giorni e durata del ricovero indice. L'incidenza di eventi avversi è risultata simile nei due gruppi. Pertanto, possiamo concludere che in questo studio condotto in pazienti ricoverati per SC acuto, l'infusione di serelaxina rispetto al placebo non ha comportato una riduzione della mortalità cardiovascolare a 180 giorni nè del peggioramento del quadro di SC a 5 giorni. leggi anche |
- Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news - Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news - Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news
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