I costi della malattia renale cronica in presenza ovvero assenza di comorbidità
Fonte: J Am Soc Nephrol - ASN.2019121308. doi: 10.1681/ASN.2019121308.

La CKD è associata a costi sanitari più elevati che aumentano con la progressione della malattia. Tuttavia, manca una ricerca sul tipo di costi sanitari associati alla CKD in tutti gli stadi per una popolazione generale con un notevole carico di comorbidità. Utilizzando le cartelle cliniche elettroniche di un sistema di somministrazione integrato, sono stati valutati i costi dell'assistenza sanitaria per tipo di spesa in generale e nei pazienti con CKD in presenza di comorbidità. Sono stati classificati 146.132 pazienti (dei quali si conoscevano i valori di eGFR) nel 2016/2017 ed esaminati gruppi non mutualmente esclusivi in base alla presenza di diabete mellito, malattie cardiovascolari o insufficienza cardiaca. Sono stati, quindi, utilizzati i dati di un anno di follow-up per calcolare i costi ambulatoriali, di ricovero, di trattamenti d’emergenza, farmaceutici, dialitici e i costi totali dell'assistenza sanitaria secondo le categorie eGFR (Kidney Disease Improving Global Outcomes Global Outcomes-defined eGFR), adeguate all'età, al sesso e alla razza non caucasica. I costi sanitari totali medi totali tra i pazienti con CKD senza comorbidità sono stati superiori del 31% rispetto ai pazienti senza CKD (rispettivamente 7.374 dollari contro 5.631 dollari). Le ospedalizzazioni hanno rappresentato il 35% dei costi totali tra i pazienti con CKD e senza comorbidità, ma fino al 55% tra i pazienti con CKD e scompenso cardiaco. La percentuale dei costi attribuibili ai ricoveri ospedalieri ha subito un'accelerazione con il declino della funzione renale, raggiungendo il 66%. La scarsa funzionalità renale e la presenza di diabete mellito, malattie cardiovascolari ovvero scompenso cardiaco determinano costi sanitari considerevoli e aumentano la percentuale dei costi attribuibili alle cure ospedaliere. L'elevato contributo dei costi di ricovero inizia nelle prime fasi della CKD e aumenta con il declino della funzione renale. Sono necessarie terapie aggiuntive per ridurre l'incidenza della CKD, la lenta progressione della stessa ed il numero dei ricoveri ospedalieri.

  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

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