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L'associazione temporale tra gli episodi di fibrillazione atriale ed il rischio di stroke ischemico |
Fonte: Singer doi:10.1001/jamacardio.2021.3702. Comprendere l'associazione temporale tra fibrillazione atriale (FA) e ictus ischemico migliora la nostra comprensione del meccanismo dell'ictus e del trattamento della FA parossistica. Recentemente, Singer et al hanno effettuato uno studio per definire l'associazione temporale tra episodi di FA e ictus in pazienti portatori di dispositivi elettronici cardiaci impiantabili (CIED). In questo studio case-crossover, i dati di un ampio database nazionale sono stati analizzati. Sono stati inclusi i pazienti con CIED che hanno subito un ictus ischemico e che hanno avuto 120 giorni di monitoraggio continuo del ritmo cardiaco prima dell’ictus, attraverso il dispositivo impiantabile. I dati sono stati raccolti da gennaio 2007 a marzo 2017. Sono stati identificati 891 pazienti con CIED e ictus ischemico, che avevano effettuato monitoraggio continuo del ritmo cardiaco nei 120 giorni precedenti l'ictus. Degli 891 pazienti inclusi, 575 (64,5%) erano maschi e l'età mediana (intervallo interquartile) era di 76 (67-82) anni. La stragrande maggioranza dei pazienti con ictus non aveva FA che raggiungesse la durata soglia di 5,5 ore o più. Per coloro che non raggiungevano la soglia di fibrillazione atriale di 5,5 ore in entrambi i periodi, durante i 120 giorni pre-ictus non c'era nessuna o FA di breve durata. Il rischio di ictus era aumentato maggiormente nei giorni da 1 a 5 dopo un episodio di FA (OR, 5,00; 95% CI, 2,62-9,55). La FA di durata superiore a 23 ore in un dato giorno è stata associata al più evidente aumento del rischio di ictus (OR, 5,00; 95% CI, 2,08-12,01). In questa ampia coorte di pazienti con CIED e monitoraggio continuo del ritmo prima dell'ictus ischemico, il rischio di ictus era massimo entro 5 giorni da un episodio di FA di durata pari o superiore a 5,5 ore e successivamente diminuiva rapidamente. I risultati di questo studio sono coerenti con la visione tradizionale secondo cui la FA è direttamente e transitoriamente associata all'ictus ischemico. Questi risultati forniscono supporto per gli studi sull'anticoagulazione a tempo delimitato per i pazienti con episodi di fibrillazione atriale non frequenti di più ore e per il monitoraggio continuo e rigoroso del ritmo. Sono necessari, tuttavia, ulteriori studi che possano far comprendere al meglio tale meccanismo e gli altri fattori associati. leggi anche |
- Il finerenone riduce l’albuminuria e migliora la prognosi nei pazienti diabetici con malattia renale
Fonte: Agarwal R, Annals of internal medicine. 2024; doi: 10.7326/M23-1023. Un recente studio ha analizzato i dati di due studi di fase 3 che hanno complessivamente coinvolto 12.512 pazienti con malattia renale cronica (CKD) e diabete di tipo 2 (T2D), per individuare il meccanismo principale attraverso cui il finerenone, un antagonista non steroideo dei recettori dei mineralcorticoidi, migliora gli esiti cardiovascolari e renali. Lo studio mirava a quantificare la percentuale di riduzioni del rischio renale e cardiovascolare in un periodo di 4 anni mediata da un cambiamento nel danno renale, misurato dalla variazione del rapporto albumina/creatinina nelle urine (UACR) tra il basale e il mese 4. All’inizio dello studio, l’UACR mediano della popolazione era di...leggi la news - Sildenafil nel trattamento dei pazienti con infezione da Coronavirus e ipertensione polmonare
Fonte: Oliynyk O. V, Rorat M, Strepetova M, O et al. Viruses. 2023 May 11;15(5):1157. PMID: 37243243. PMCID: PMC10223625. DOI: 10.3390/v15051157. L'ipertensione arteriosa polmonare (PAH) è comune nella malattia grave da coronavirus 2019 (COVID-19) e peggiora la prognosi. Il sildenafil, un inibitore della fosfodiesterasi-5, è approvato per il trattamento della PAH, ma si sa poco della sua efficacia nei casi di COVID-19 grave con PAH. Pertanto questo studio ha valutato l'efficacia clinica del sildenafil nei pazienti con COVID-19 grave e PAH. Sono stati reclutati 75 pazienti, ricoverati in terapia intensiva per infezione da COVID-19 e PAH e sono stati assegnati in modo casuale a ricevere sildenafil o un placebo. L'endpoint primario era la mortalità a...leggi la news - Lo spettro della fibrillazione atriale nei pazienti HFpEF
Fonte: Yang E. et al. J Am Coll Cardiol HF. 2024. doi: 10.1016/j.jacc.2024.03.012. Uno studio pubblicato su JACC Heart Failure ha indagato la prevalenza della fibrillazione atriale subclinica (subclinical atrial fibrillation - sAF) nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata (heart failure with preserved ejection fraction - HFpEF). Confrontando 90 pazienti HFpEF senza diagnosi pregressa di AF con 1.230 partecipanti sani del MESA (multi-ethnic study of atherosclerosis), gli autori dello studio hanno scoperto che la sAF era presente nell'8,9% dei pazienti HFpEF, un tasso significativamente superiore rispetto al 4,1% degli individui senza scompenso cardiaco. L'età mediana dei pazienti HFpEF era di 69 anni, contro i 72 anni dei partecipanti al MESA, con...leggi la news - I vantaggi della TC coronarica nei pazienti diabetici con angina stabile
Fonte: Benedek T, Diabetes Care. 2023; doi.org/10.2337/dc23-0710. Un'analisi recente dello studio DISCHARGE, condotto in 16 paesi europei, ha confrontato la tomografia computerizzata cardiaca (TC) con la coronarografia come approccio diagnostico iniziale per l'angina stabile nei pazienti con diabete e una probabilità pre test intermedia di malattia coronarica. Tra i 3.541 pazienti seguiti per una mediana di 3,5 anni, 557 erano diabetici e 2.984 erano senza diabete. i gruppi hanno mostrato tassi simili di eventi cardiaci avversi maggiori (MACE) indipendentemente dalla strategia diagnostica iniziale. Tuttavia, nei pazienti diabetici, l'approccio con TC è stato associato a una minore incidenza di MACE estesi (cioè eventi cardiovascolari, attacchi ischemici transitori e complicanze procedurali) rispetto all'approccio con coronarografia. In particolare,...leggi la news
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