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Anticoagulanti orali diretti o antagonisti della Vitamina K in associazione con l’aspirina: come cambia il rapporto rischio-beneficio |
Fonte: ISTH Congress 2022 . Tra i pazienti trattati con anticoagulanti orali diretti (direct oral anticoagulant, DOAC) o antagonisti della vitamina K (Vitamin K antagnonist, VKA) per fibrillazione atriale o tromboembolismo venoso, l’aggiunta dell’aspirina (ASA) è associata ad un maggior rischio emorragico e ad un incerto beneficio anti-trombotico. In questo studio, presentato durante il Congresso ISTH 2022, gli Autori hanno quindi analizzato i dati retrospettivi di pazienti trattati con diverse combinazioni di farmaci (1.329 con VKA+ASA, matchati con 872 con apixaban+ASA, 377 con rivaroxaban+ASA) e senza una chiara indicazione alla duplice strategia anti-trombotica. Dopo il matching non sono state identificate differenze significative tra i pazienti trattati con VKA+ASA o con DOAC+ASA. Durante un follow-up medio di circa 2 anni, gli eventi di sanguinamento e trombotici sono stati simili tra i pazienti trattati con apixaban+ASA o con VKA+ASA, eccetto per un maggior numero di visite urgenti per sanguinamento nel secondo gruppo. È stato invece osservato un eccesso di emorragie ed eventi trombotici nei pazienti trattati con rivaroxaban+ASA rispetto a quelli trattati con VKA+ASA. Ulteriori studi dovranno confermare questi risultati e definirne i meccanismi alla base. leggi anche |
- Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news - Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news - Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news
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