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Gestione del dolore toracico acuto: una questione di genere? |
Fonte: Dawson, et al. 10.1016/j.jacc.2022.12.025. Sebbene molte differenze siano state descritte tra gli uomini e le donne con dolore toracico acuto, le eventuali differenze nella gestione di tali pazienti rimangono poco chiare. In questo studio sono stati quindi analizzati i dati di 246.910 pazienti adulti riferiti al sistema di emergenza territoriale di Victoria (Australia) tra il 2015 e il 2019. Tra questi, il 50.3% erano donne, con un’età media di 62 anni. Il tasso di incidenza standardizzato per età è stato lievemente più alto per le donne (1.19 vs. 1.14 per 100.000 persone/anno). All’analisi multi-variabile, le donne hanno ricevuto meno frequentemente le strategie di cura raccomodate dalle linee guida, incluso il trasporto in ospedale, la somministrazione di aspirina o analgesici, l’esecuzione dell’ECG, di accesso venoso periferico e di raggiungimento del centro di emergenze nei tempi previsti. Inoltre, le donne con sindrome coronarica acuta sono state meno frequentemente riferite per l’esecuzione di angiografia coronarica e ricoverate in unità coronarica. Infine, sia la mortalità a 30 giorni che a lungo termine è stata maggiore nelle donne con infarto con sopra-slivellamento del tratto ST, ma in generale più bassa che negli uomini. leggi anche |
- Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news - Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news - Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news
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