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Tirofiban pre-ospedaliero: risultati dello studio On-TIME2 |
Fonte: Rikken S. A. O. F., Fabris E., Rosenqvist T., et al. DOI: 10.1093/ehjacc/zuae074. Nei pazienti con infarto miocardico con innalzamento del segmento ST (STEMI), il tirofiban preospedaliero ha migliorato significativamente la riperfusione miocardica. Tuttavia, il suo impatto sul tasso di infarto miocardico (MI) interrotto, in particolare nel contesto dei dosaggi della troponina cardiaca ad alta sensibilità (hs-cTn), non è ancora chiaro.Pertanto è stato condotto lo studio On-TIME 2 (The Ongoing Tirofiban In Myocardial infarction Evaluation 2), che ha assegnato in modo casuale pazienti con STEMI a tirofiban preospedaliero o placebo prima del trasporto a un centro di intervento coronarico percutaneo (PCI). In questa analisi post hoc, sono stati valutati i pazienti con STEMI sottoposti a PCI primario e con livelli di hs-cTn misurati. I livelli di troponina T sono stati raccolti a 18-24 ore e a 72-96 ore dopo la PCI. L'infarto miocardico (MI) interrotto è stato definito come livelli di picco di hs-cTn T ≤10 volte il limite superiore della norma (≤140 ng/L). Su 786 pazienti con STEMI, 47 (6%) hanno avuto un MI interrotto. L'IMA interrotto si è verificato in 31 dei 386 pazienti (8,0%) nel braccio tirofiban e in 16 dei 400 pazienti (4,0%) nel braccio placebo (p=0,026). Dopo aggiustamento multivariato, il tirofiban preospedaliero è rimasto associato in modo indipendente all'IMA interrotto (OR 2,03; 95% CI da 1,10 a 3,87; P= 0,027). Dunque tra i pazienti con STEMI sottoposti a PCI primario, l'uso di tirofiban preospedaliero era indipendentemente associato a un tasso più elevato di MI interrotta. Questi risultati, che evidenziano un potenziale beneficio, sottolineano la necessità di ricerche future incentrate su approcci pretrattamento innovativi che possano aumentare il tasso di MI interrotto. leggi anche |
- Inquinamento ambientale e rischio di diabete: si respira una brutta aria
Fonte: Shen Y et al. Diabetes Care. 2024; doi: 10.2337/dc23-2153. L’impatto negativo dell’inquinamento ambientale sulla salute è ormai noto ed è uno degli stimoli a promuovere cambiamenti nelle politiche energetiche. Un recente studio ha evidenziato una significativa correlazione tra l'esposizione a lungo termine al particolato fine (PM2.5) e l'aumento del rischio di diabete tra le donne cinesi in età riproduttiva. La ricerca, condotta su un campione di oltre 20 milioni di donne di età compresa tra i 20 e i 49 anni, ha utilizzato dati raccolti dal National Free Preconception Health Examination Project tra il 2010 e il 2015. L'analisi ha dimostrato che un aumento di 27 μg/m3 nella concentrazione media di PM2.5 per un...leggi la news - Denervazione e rimodellamento miocardico nello scompenso: influenza del volume extracellulare e impatto sulla capacità d’esercizio
Fonte: da Silva, et al. 10.1161/JAHA.124.03526. La scintigrafia con 123Iodo-meta-iodobenzilguanidina è utile per valutare la disfunzione autonomica cardiaca e prevedere il rischio di eventi nei pazienti con insufficienza cardiaca (heart failure, HF). Tuttavia, la relazione tra la funzione simpatica cardiaca e il rimodellamento miocardico e la fibrosi rimane sconosciuta. In questo studio, gli autori hanno mirato a valutare la funzione simpatica cardiaca nei pazienti con HF e la sua relazione con il rimodellamento miocardico e la capacità di esercizio. In particolare, sono stati arruolati con HF e classe NYHA II–III, classificati in base alla frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) in preservata (≥45%) e ridotta. La morfologia/funzione ventricolare e la frazione di volume extracellulare miocardico...leggi la news - Inibitori SGLT2 e agonisti del recettore GLP-1: l’unione fa la forza
Fonte: Apperloo E et al. Lancet Diabetes Endocrinology. 2024; doi: 10.1016/S2213-8587(24)00155-4. L'associazione terapeutica fra SGLT2 inibitori e agonisti del recettore del GLP-1 (GLP-1RA) è di particolare interesse grazie ai loro benefici cardiorenali potenzialmente sinergici. Un nuovo studio ha esplorato l'efficacia e la sicurezza degli inibitori del SGLT2 in combinazione con o senza GLP-1RA nei pazienti con diabete di tipo 2. La metanalisi, che ha incluso 12 studi randomizzati, controllati con placebo e condotti in doppio cieco, ha esaminato 73.238 partecipanti, di cui 3.065 erano in trattamento con agonisti del recettore GLP-1. I risultati hanno mostrato che gli inibitori SGLT2 riducono il rischio di eventi cardiovascolari maggiori, insufficienza cardiaca, morte cardiovascolare e progressione della malattia renale...leggi la news - Dapagliflozin e circolo polmonare: un toccasana per l’HFpEF?
Fonte: Reddy, et al. 10.1001/jamacardio.2024.1914. I meccanismi alla base dell’efficacia delle gliflozine nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata (HFpEF) non sono del tutto chiari. Considerato il ruolo cardine del circolo polmonare in questi pazienti, gli Autori di questo studio hanno testato gli effetti del dapagliflozin sulle prestazioni del ventricolo destro e dell’arteria polmonare e sulle pressioni polmonari a riposo e durante l'esercizio in un gruppo di pazienti con HFpEF. A tale scopo, è stata eseguita una sotto-analisi dello studio clinico randomizzato CAMEO-DAPA (che ha dimostrato un miglioramento della pressione di incuneamento capillare polmonare [PCWP] a riposo e durante l'esercizio dopo un trattamento di 24 settimane con dapagliflozin rispetto al placebo). Sono...leggi la news
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