Crisi ipertensiva....il rene...prima di tutto...
Fonte: Circulation 2010;121:2183-2191

altLo Studying the Treatment of Acute Hypertension (STAT) registry ha arruolato pazienti con ipertensione acuta severa (definita come e 1 misurazione della pressione arteriosa sistolica >180 mm Hg e/o diastolica >110 mm Hg e trattata con terapia antiipertensiva per via intravenosa). Di particolare interesse è apparsa l'evidenza che, all'ingresso, il 79% dei pazienti presentasse malattia renale cronica moderata (stimata come quota di filtrato glomerulare < 60 mL/min nel 46% dei casi e < 30 mL/min nel 22%). Inoltre, i pazienti con danno renale cronico risultavano maggiormente proni allo sviluppo di scompenso cardiaco (P<0.0001), infarto del miocardio non-ST (P=0.003) e danno renale acuto (P=0.007). Questi dati suggeriscono fortemente una stretta associazione tra danno e disfunzione renale ed outcome cardiovascolare in pazienti con ipertensione acuta severa. Inoltre, l'insufficienza renale cronica risulta essere una comune comorbilità nei pazienti ammessi in ospedale per crisi ipertensiva ed il danno renale acuto è una forma di danno d'organo acuto di grande rilievo in questa specifica condizione clinica.

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  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off (leggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

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