Cardiopatia del periparto: altra manifestazione della cardiomiopatia dilatativa?
Fonte: Circulation 2010;121:2169-2175.

La cardiopatia peripartum è una rara forma di insufficienza cardiaca congestizia, che si sviluppa nella fase avanzata della gravidanza o nei primi 5 mesi dopo il parto. Sono stati osservati casi aneddotici di clustering familiare di cardiomiopatia del peripartum (PPCM) e di casi familiari di PPCM e cardiomiopatia dilatativa idiopatica (DCM), il che suggerisce che i fattori genetici giocano un ruolo nella patogenesi della PPCM. Un gruppo di ricercatori olandesi ha ipotizzato che alcuni casi di PPCM siano parte dello spettro di DCM familiare, che si palesano nel periodo del periparto. Dei 90 casi di DCM familiare analizzati, 5 (6%) presentavano anche pazienti affette da PPCM. Lo screening cardiologico dei familiari di primo grado di 3 pazienti affette da PPCM che non avevano avuto un recupero completo dopo il parto, ha rivelato - in tutte - la presenza di casi di DCM non diagnosticata. Infine, l'analisi genetica ha rivelato una mutazione (c.149A> G, p.Gln50Arg) nel gene che codifica la troponina cardiaca C (TNNC1) che segrega con la malattia in una famiglia che presentava casi di DCM e un membro affetto da PPCM, sostenendo, almeno in questo caso, la natura genetica della malattia. Tali risultati suggeriscono che un sottoinsieme di PPCM potrebbe essere una manifestazione iniziale di DCM familiare. Questo potrebbe avere implicazioni importanti per lo screening cardiologico in tali famiglie.

  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off (leggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

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