Infarto miocardico e ventricolo destro
Fonte: Circulation. 2010;122:1405-1412.

Un interessante studio è stato pubblicato su Circulation relativo all’incidenza di ischemia del ventricolo destro in corso di infarto miocardico acuto, valutata mediante risonanza magnetica cardiaca. Sono stati arruolati 242 pazienti consecutivi con STEMI riperfuso e sottoposti a risonanza magnetica a 1 settimana e a 4 mesi dall’evento. In fase acuta, gli autori hanno riscontrato una elevata incidenza di edema del ventricolo destro (51% dei pazienti), spesso associato a late enhancement (31%). In particolare, l’edema e il late enhancement sono stati riscontrati rispettivamente anche nel 33% e nel 12% dei pazienti con infarto miocardico anteriore. La frazione di eiezione del VD è risultata inversamente proporzionale all’estensione dell’edema e del late enhancement. Al follow up a 4 mesi, è stata osservata una netta riduzione del late enhancement (presente in circa il 10% dei pazienti). Questi dati quindi evidenziano come sia frequente un danno ischemico acuto del ventricolo destro in corso di STEMI, che non è limitato al solo infarto a sede inferiore; tuttavia, nella maggioranza dei pazienti tale danno è reversibile.

 
GIUSEPPE MARINO BENVENUTO
Che brutto avverbio usato alla fine della news: "tuttavia il danno è reversibile"(?, ma per fortuna!). Il dato poco noto ai più è la discreta incidenza di necrosi-ischemia del Vdx anche negli STEMI/NSTEMI anteriori, ma questo si sa, dipende dal particolare circolo coronarico del paziente (dominanza sinistra, circoli collaterali etero-coronarici tra Cor sx e Cor dx, rami varianti anatomici,ecc). E' affascinante vedere la diagnosi accurata con RMN nel lavoro scientifico... ma nella pratica quotidiana di UTIC credo sia sufficiente la clinica la PVC l'ECG e l'ecocardio a dare una misura non molto meno accurata della diagnosi e nella risposta emodinamica alle terapie in acuto del caso (ie. nitrati, furosemide, ecc)
inserito il: 13-10-2010 09:37
 
 
CESARE ROMEO
E' un dato estremamente interessante per chi si trova a lavorare in PS...; esso non è forse un invito alla prudenza durante l'attuazione di determinate terapie in urgenza ogni qual volta esse , non tengano in debita considerazione l'eventualità di un concomitante infarto destro ?
inserito il: 15-10-2010 15:55
 
 
LUISA BORGESE
Sono d'accordo sull'attenzione da porre alla terapia d'urgenza (equindi alla diagnosi) tenuto conto che la disfunzione (e quindi l'infarto) destra sembra emergente, forse proprio perché si cerca di più.
inserito il: 15-10-2010 21:32
 
 
ERNESTO MURENA
Mi sembrano molto interessanti i dati sulla presenza di edema e di late enhancement per gli infarti in sede anteriore ,in quanto in questo sottogruppo ,potrebbero essere proprio questi pazienti ad alto rischio di ischemia residua a beneficiare di una trategia interventistica piu' aggressiva.
inserito il: 16-10-2010 11:47
 
  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off (leggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

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