Ipertrofia ventricolare destra.. Quale impatto prognostico?
Fonte: Circulation 2012; 126: 1681-1688.

In studi precedenti, variazioni della morfologia del ventricolo destro (RV) sono associati a morbilità e mortalità cardio-polmonari. Gli autori di questo studio hanno cercato di esaminare l'associazione della struttura e della funzione RV con il rischio di insufficienza cardiaca o di morte cardiovascolare in un campione basato su una popolazione multietnica. Il Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (MESA) ha effettuato la risonanza magnetica cardiaca su 5.098 partecipanti tra il 2000 e il 2002 con follow-up per incidenza di insufficienza cardiaca e morte cardiovascolare con follow up fino a gennaio 2008. Valori di volume e massa ventricolare destra sono stati disponibili per 4.204 partecipanti. La presenza di ipertrofia RV è stata associata a più di due volte il rischio di insufficienza cardiaca o di morte dopo aggiustamento per caratteristiche demografiche, indice di massa corporea, istruzione, proteina C reattiva, ipertensione e abitudine tabagica (hazard ratio, 2.52, intervallo di confidenza 95%, 1,55-4,10, p<0,001) sottolineando, in una popolazione apparentemente libera da malattia, l'importanza di tale parametro sull'outcome cardiovascolare.

 
LEONARDO SARACINO
interessante...IVDX e IVS,quindi!
inserito il: 10-10-2012 07:24
 
 
MEILIKEMU MAISAIDI
quale e' criteria per valutazione RVH( right ventricular hypertrophy)?
inserito il: 10-10-2012 08:35
 
 
GIUSEPPE MARINO BENVENUTO
La novità non sta nel concetto, noto da tempo e dimostrato con studi eco e di cateterismo negli scompensati cronici (CM idiopatiche, valvulopatie, cardiomiopatie ischemiche ecc).
La novità sta nella relazione anche in soggetti asintomatici ma con diversi FR CV, seguiti - solo per studio!!- con la RMN che valuta il volume la massa e la FE del VDx. Certo non è suggerito di fare la RMN a tutti i soggetti con FR CV per stratificare meglio il loro grado di rischio!! E' sufficiente applicare i criteri standard del rischio magari con una diagnostica non invasiva meno costosa se da attuare in numerosi soggetti della comunità (es Ecocardio, eco carotidi per IMT, ecc)
inserito il: 10-10-2012 09:14
 
 
MATTEO SIENA
Sono stati esclusi i pazienti con IVD secondaria a patologie cardiache o polmonari? Probabilmente non avrá un grosso impatto sul nostro comportamento nella gestione quotidiana dei pazienti.
inserito il: 10-10-2012 09:50
 
 
ALFIO STUTO
Concordo con Benvenuto, e aggiungerei alle misure costo-beneficio per il paziente e il sistema sanitario il "Buon senso Clinico"
inserito il: 20-10-2012 10:48
 
 
STEFANO RADICCHIA
Capisco l'osservazione del collega Benvenuto, ma anche quella di Siena: appurato che tale parametro è un fattore di rischio indipendente dagli altri nella popolazione generale asintomatica, la definizione di ipertrofia ventricolare destra dovrà essere definitiva e standaradizzata (e ancora non è così) con un test riproducibile e poco costoso (diverso dalla RMN!). Ovvero bisognerà prima validare l'eco contro RMN in un trial prospettico apposito di validazione (ovvero specifico per la ipertrofia ventricolare destra, con tanto di calcolo dell'indice di variabilità intra ed inter-operatore). Per ora quindi il dato è molto speculativo e quindi mi pare con nessuna ricaduta nella pratica clinica.
inserito il: 20-10-2012 17:04
 
 
DOMENICO GALASSO
L'ipertrofia RV peggiora il rischio di insufficienza cardiaca o di morte e
segna la prognosi in modo molto importante.
inserito il: 31-10-2012 20:26
 
 
EDOARDO GAGLIONE
Ma perchè sempre alla ricerca di un solo parametro, la massa del vdx? con l'ecocardiogramma si può capire se il vdx è dilatato misurando l'area TD o il diametro TD, si può documentare se il SIV si appiattisce o muove in maniera paradossa in diastole verso il VS (interdipendenza dei due ventricoli dovuta al pericardio) si può misurare la PAPs dal rigurgito tricuspidale sempre presente quando il VDX si dilata e verificare se è elevata; misurare la funzione sistolica (TAPSE o accarciamento frazionale dell'area); verificare se la VCI è dilatata e la sua collassabilità inspiratoria. Tutti questi parametri , valutati nel loro insieme, quando sono per la maggior parte patologici, hanno da tempo significato prognostico negativo sia se secondari a disfunzione del VS sia a cuore polmonare da patologia polmonare,da ipertensione polmonare primitiva o secondaria.
inserito il: 27-12-2012 22:54
 
 
LEONARDO SARACINO
complimenti al collega Gaglione...anche se non ho mai visto refertato nella mia esperienza 35le,nulla del VDx...e grazie!
inserito il: 28-12-2012 08:10
 
  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

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