Inibizione della sintesi di ApoB con mipomersen nell'ipercolesterolemia familiare eterozigote
Fonte: Circulation 2012; 126: 2283-2292.

E' stato condotto uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo per valutare l'efficacia e la sicurezza di mipomersen come terapia aggiuntiva nei pazienti con malattia coronarica. L'ipercolesterolemia familiare eterozigote (heFH) è un disordine genetico comune che porta alla malattia coronarica precoce. Nonostante le statine e altri ipolipemizzanti, molti pazienti heFH non riescono a raggiungere gli obiettivi per quel che concerne le lipoproteine ​​a bassa densità (colesterolo LDL-C). Per tale motivo è stato valutato mipomersen, un inibitore della sintesi di apolipoproteina B, per ridurre ulteriormente i livelli di LDL-C in pazienti heFH con malattia coronarica. Questo studio era condotto in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, di fase 3 in pazienti con heFH e malattia coronarica trattati con massima dose tollerata di statine e LDL-C ≥ 2,6 mmol/L (≥ 100 mg/dL) e dose settimanale per via sottocutanea di mipomersen 200 mg o placebo (2:1) per 26 settimane. L'end point primario era rappresentato dal cambiamento percentuale del C-LDL dal basale alla settimana 28. La valutazione della sicurezza ha incluso gli eventi avversi, esami di laboratorio, la risonanza magnetica del grasso epatico. Dei 124 pazienti randomizzati (41 con placebo, 83 mipomersen), 114 (41 con placebo, 73 mipomersen) hanno completato il trattamento. In media (intervallo di confidenza 95%) C-LDL è diminuito significativamente con mipomersen (-28,0% [-34,0% al -22,1%] rispetto al 5,2% [-0,5% al 10,9%] di aumento con il placebo, p<0,001). Mipomersen ha significativamente ridotto apolipoproteina B (-26,3%), colesterolo totale (-19,4%) e la lipoproteina (a) (-21,1%) rispetto al placebo (tutti p<0,001). Nessun cambiamento significativo si è verificato in colesterolo HDL. Gli eventi avversi hanno incluso reazioni nel sito di iniezione e sintomi simil-influenzali. Cinque pazienti trattati con mipomersen (6%) presentavano due rilevazioni consecutive di alanina aminotransferasi ≥ 3 volte il limite superiore della norma a 7 giorni di dopo il trattamento, ma in nessun caso la somministrazione è stata associata ad aumenti significativi della bilirubina. L'aumento del contenuto del grasso epatico ha avuto una mediana del 4,9% con mipomersen rispetto allo 0,4% con placebo (p<0,001).

  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

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