La vitamina D: un nuovo target terapeutico nell'insufficienza cardiaca congestizia!!
Fonte: Curr Opin Cardiol. 2013 Jan; 28(2): 216-22.

La vitamina D è un fattore con un enorme potenziale, emergente negli ultimi anni, che può rappresentare un nuovo target per la terapia dei pazienti con CHF (insufficienza cardiaca congestizia). Queste sono le conclusioni a cui sono giunti il dott Pourdjabbar ed i suoi colleghi che in questa review hanno voluto passare in rassegna le prove che legano deficit di vitamina D e CHF. Infatti, nonostante avanzate terapie mediche e terapie supportate da device, la CHF resta un grave problema medico, associato a significativa morbidità e mortalità. Numerosi studi hanno evidenziato che la carenza di vitamina D è prevalente in pazienti con CHF ed è associata a scarsi outcomes ed è stata stabilita una chiara relazione tra carenza di vitamina D e un aumento della mortalità e morbilità in CHF, ma non è ancora stato completamente compreso il meccanismo alla base di tale relazione. Recenti evidenze cliniche e sperimentali hanno individuato il sistema renina-angiotensina-aldosterone e citochine infiammatorie come probabili mediatori di scarsi risultati clinici attraverso la sindrome cardio-renale, ma non è stato dimostrato un meccanismo direttamente implicante la Vitamina D; inoltre, anche se sono stati recentemente riportati potenziali benefici clinici in pazienti con deficit di vitamina D, i dati clinici sulla supplementazione di questa vitamina rimangono da stabilire e pertanto sono necessari studi clinici randomizzati su larga scala, attualmente carenti ed ulteriori studi clinici per identificare i meccanismi fisiopatologici coinvolti.

 
MASSIMO BOLOGNESI
Cose già note e provate,Ex adiuvantibus !

Schleithoff SS, Zittermann A, Tenderich G, Berthold HK, Stehle P, Koerfer R. Vitamin D supplementation improves cytokine profiles in patients with congestive heart failure: a double-blind, randomized, placebo-controlled trial. Am J Clin Nutr 2006;83:754–9.

Torre-Amione G. Immune activation in chronic heart failure. Am J Cardiol 2005;95:3C-8C.
inserito il: 07-03-2013 14:22
 
 
VINCENZO BELLINI
Le nostre nonne quando ci davano il vecchio "Olio di Fegato di Merluzzo" avevano già capito tutto...
Non c'è ambito della medicina d'oggi dove non si scopra che la vitamina D apporta benefici.
inserito il: 09-03-2013 15:52
 
 
DOMENICO GALASSO
Lavoro interessante.Quale possa essere il meccanismo alla base dello scompenso è tutto da dimostrare.Forse ha un ruolo l'attivazione di citochine infiammatorie dal TNFa alla il &,Il 1, e varie adipochine, indipendentemente dalla causa originaria di danno miocardico.Successivamente l'attivazione del sistema renina angiotensina aldosterone potrebbe spiegare il resto.
inserito il: 20-03-2013 16:53
 
  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

Primo Piano

Attendi...
loading
3-2020
DiabeLink
ANTICOAGULANTI ORALI? MAI STATI COSÌ SICURI!
AUTOMONITORAGGIO GLICEMICO E TERAPIA DEL DIABETE
Guida Sicura
Speciale
BBMAX
Best Practice
OpenLab
Experience Desk