Si suppone che l’attività alfa bloccante del carvedilolo possa costituire un vantaggio nel trattamento dell’ipertensione portale della cirrosi. Lo studio presentato ha messo a confronto il trattamento con carvedilolo (n=16) e quello con propranololo (n=13) in pazienti con cirrosi epatica e ipertensione portale. Dopo un follow up di 3 mesi, non è stata osservata alcuna differenza significativa tra i 2 gruppi di trattamento in nessuno dei parametri monitorati (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, gittata cardiaca, resistenza vascolare sistemica, volume ematico centrale, compliance arteriosa, QTc, livelli di renina, saturazione arteriosa di O2 e gradiente alveolo-arterioso di ossigeno). In particolare il gradiente pressorio venoso epatico è risultato ridotto in simile misura in entrambi i gruppi.
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