Lo studio ENGAGE AF-TIMI 48 (Effective Anticoagulation with Factor Xa Next Generation in Atrial Fibrillation), pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato al congresso dell’American Heart Association 2013, ha messo a confronto l’edoxaban, inibitore del fattore Xa, rispetto al warfarin per verificarne la non inferiorità nella prevenzione dell’ictus in pazienti affetti da fibrillazione atriale (FA). L’edoxaban viene assunto in monosomministrazione giornaliera, è di rapido assorbimento e raggiunge livelli di picco ematico entro 1-2 ore con un effetto anticoagulante di circa 24 ore, viene eliminato per il 50% per via renale e non interagisce con il citocromo P450. 21.105 pazienti con FA a rischio moderato-alto di ictus cerebri in 1.393 centri di 46 paesi sono stati randomizzati a tre bracci di trattamento ad alta (60 mg/die) o bassa dose (30 mg/die) di edoxaban o a warfarin. Come end point primario di efficacia è stato individuato l’ictus o l’embolia sistemica mentre l’end point principale di sicurezza sono stati i sanguinamenti maggiori. Alla randomizzazione sono stati effettuati degli adeguamenti di dosaggio e quasi il 10% dei restanti pazienti trattati ha modificato il dosaggio dopo la randomizzazione. Il dosaggio di edoxaban è stato ridotto del 50% nei pazienti con l’insufficienza renale (CrCl 30–50 mL/min), con ridotto peso...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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