Obiettivo di tale studio retrospettivo è stato esaminare l'effetto del trattamento con β-bloccanti in 3.019 pazienti sottoposti tra il 2004 ed il 2009 ad intervento coronarico percutaneo (PCI) post-IMA, con frazione di eiezione ≥ 50%, a tre anni dalla dimissione ospedaliera. I risultati ottenuti hanno dimostrato come in soggetti trattati con farmaci antipertensivi non appartenenti alla classe dei β-bloccanti (n = 595) si sia avuto un tasso più elevato di mortalità cardiaca e per tutte le cause rispetto a chi ha ricevuto β-bloccanti (n = 2.424): rispettivamente 7.6% vs 2.6%, p<0.001; e 10.8% vs 5.7%, p<0.001. Da tali dati emerge dunque come i β-bloccanti, associandosi ad una maggiore percentuale di sopravvivenza post-PCI, rappresentino una classe farmacologica da utilizzare sempre, salvo le ovvie e particolari controindicazioni, in tali pazienti.
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