Nei primi studi epidemiologici effettuati negli anni immediatamente successivi all’entrata in vigore del D.M. sulla tutela sanitaria delle attività sportive agonistiche (febbraio 1982), è apparso subito chiaro che le malattie cardiovascolari costituivano il 50-80% delle cause di non idoneità allo sport agonistico e al primo posto vi erano, e tuttora sono, le aritmie che rappresentano circa il 60% di tutte le patologie osservate. La possibilità di acquisire informazioni sempre più complete sul comportamento del ritmo cardiaco dello sportivo e dell’atleta in differenti condizioni, in laboratorio e sul campo, consente oggi una valutazione clinica affidabile che ha sicure ripercussioni in ambito diagnostico, terapeutico ed anche medico-legale. Tale valutazione è divenuta indispensabile anche in relazione alla scoperta di nuove condizioni aritmiche, le cosiddette aritmie congenite (Sindrome di Brugada, Sindrome del QT lungo e corto, Cardiomiopatia/Displasia aritmogena del ventricolo destro, Tachicardia ventricolare catecolaminergica) che costituiscono, anch’esse, argomenti attuali e molto dibattuti in termini di idoneità sportiva agonistica e prevenzione della morte improvvisa. La...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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