A tutt’oggi, i pazienti che abbiano sofferto un episodio di scompenso cardiaco acuto, ma che abbiano una modesta disfunzione ventricolare sinistra (FEVS > 35%) rimangono al di fuori di qualsiasi protocollo di sorveglianza specifica. La conseguenza di questa attitudine è che poco o nulla è noto del profilo di rischio di tali pazienti ed un eventuale approccio farmacologico e strumentale alla loro patologia è spesso rimandato fino a quando il quadro di disfunzione ventricolare sinistra non lo/la porta a diventare eligibile per trattamenti più sistematici ed aggressivi secondo le correnti linee guida. Il risultato di tutto ciò è che, spesso, gli interventi farmacologici noti, che possono quantomeno rallentare, se non invertire, la progressione della malattia del ventricolo sinistro, vengono inutilmente posticipati. Alla luce di questa considerazione, abbiamo disegnato uno studio con l’obiettivo di meglio comprendere l’incidenza di eventi clinici e/o aritmici in questa categoria di pazienti e valutare l’utilità del monitoraggio remoto in continuo dell’ECG nella gestione dei pazienti con queste caratteristiche. In questo studio pilota, condotto in 3 centri italiani (Clinica San Gaudenzio Novara, Ospedale Sant’Anna Como, Policlinico di Monza, Monza), sono stati arruolati, in modo prospettico, 18 pazienti (67% maschi; età media 72±10 anni;...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
VISUALIZZA VERSIONE COMPLETA