Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Manina G della Stroke Unit dell’Univerità di Perugia. Essendo la fibrillazione atriale (FA) intermittente nel 30 % dei pazienti con ictus cardioembolico non può essere sempre riscontrata con una singola registrazione ECG standard, pertanto i ricercatori hanno voluto valutare se il monitoraggio ECG prolungato (96 h) riesce a diagnosticare episodi di FA intermittente meglio di un monitoraggio ECG delle 24 ore in pazienti con ictus criptogenetica o attacco ischemico transitorio (TIA). Sono stati valutati prospetticamente pazienti consecutivi affetti da ictus o TIA criptogenico che avevano ritmo sinusale su un ECG a 12 derivazioni al momento del ricovero e durante il monitoraggio ECG eseguita in fase acuta (per almeno 24 h). Quindi i pazienti sono stati sottoposti ad monitoraggio ECG per 96 h entro 30 giorni dalla dell'ictus. Sono stati inclusi nello...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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