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LA PREPARAZIONE ALLA CARDIOVERSIONE: DIFFERENZE TRA WARFARIN E DABIGATRAN

L'aderenza alla terapia cruciale per la prevenzione degli eventi....come accertarsene?

GA, settant'anni, è iperteso, diabetico, ha valori elevati di colesterolo ed effettua terapia con metformina 500 mg bid, ramipril 5 mg al giorno e simvastatina 20 mg al giorno. A dicembre, un episodio influenzale si complica con una broncopolmonite che lo costringe ad un ricovero durante il quale viene riscontrata fibrillazione atriale ad epoca non databile. Un mese prima, il paziente era in ritmo sinusale ad un ECG di controllo. Viene trattato con antibiotici con risoluzione della broncopolmonite e, vista la buona tolleranza, si decide di controllare la frequenza e di rimandare il tentativo di cardioversione dopo un periodo di congrua scoagulazione di almeno tre settimane con warfarin, tenendo l’INR tra 2.0 e 3.0. Viene contestualmente iniziata terapia con amiodarone per os e viene somministrata eparina a basso peso molecolare sottocute contemporaneamente alla somministrazione del warfarin. Il paziente viene dimesso al raggiungimento del range terapeutico di scoagulazione dopo quattro giorni dall’inizio della terapia anticoagulante e dopo sospensione dell’eparina sottocutanea. Al paziente viene raccomandato di aderire totalmente alla terapia, di controllare almeno una volta a settimana l’INR e di comunicarne il valore per gli aggiustamenti posologici del warfarin al medico di famiglia o al cardiologo dell’ospedale. Viene, altresì, informato che verrà...continua a leggere

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