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I beta bloccanti e il sonno

Le alterazioni del sonno possono contribuire ad aggravare situazioni patologiche in essere o alterare i processi cognitivi o la memoria e quindi ridurre l'aderenza alle terapie. Viceversa le apnee possono indurre alterazioni cardiovascolari.

Il sonno copre nel suo complesso circa 1/3 della vita di un individuo. Nonostante ciò, soprattutto in cardiologia, questa porzione della vita viene spesso considerata di scarsa rilevanza, in quanto le principali funzioni organiche sono in stato di riposo e l’incidenza di eventi cardiovascolari trova il proprio nadir. Se questo è vero, in generale, è però anche vero che diverse alterazioni che riguardano proprio il sistema cardiorespiratorio si presentano più facilmente nel sonno o sono addirittura da questo scatenate. Esempi tipici sono le aritmie di tipo bradicardico, ma anche, e soprattutto, i disturbi respiratori del sonno, primo fra tutti la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS). Anche la qualità del sonno in sé ha una certa rilevanza in cardiologia. Nello scompenso cardiaco, ad esempio, la qualità del sonno è disturbata per svariati meccanismi, non ultima la presenza di apnee del sonno sia di natura centrale che ostruttiva, e questo si traduce in una alterazione dei processi cognitivi e di memoria che può negativamente incidere sulla aderenza alla terapia medica. Le stesse linee guida americane identificano nella mancanza o nella cattiva qualità del sonno una barriera all’autogestione e...continua a leggere

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