E’ noto che i sopravvissuti ad un arresto cardiaco extraospedaliero che non riprendono coscienza hanno un alto rischio di mortalità e di una prognosi neurologica sfavorevole. In questi casi le linee guida internazionali raccomandano l’ipotermia terapeutica, anche se le evidenze scientifiche sono limitate, ma resta da definire quale sia la temperatura target ottimale correlata al miglior outcome. L’obbiettivo di questo studio è stato confrontare due temperature target, entrambe mirate a prevenire la febbre. Nell’ambito di uno studio condotto a livello internazionale, 950 pazienti adulti, rimasti privi di coscienza dopo un arresto cardiaco extraospedaliero di presunta origine cardiaca, sono stati randomizzati a raffreddamento alla temperatura di 33°C o 36°C. L’endpoint primario dello studio era rappresentato dalla mortalità per tutte le cause nel corso dell’intera durata dello studio. L’endpoint secondario era un...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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