Sebbene l’emoglobina glicata (HbA1c) sia attualmente considerata un parametro affidabile per determinare il grado di compenso del diabete e venga usata come discriminante per intraprendere decisioni terapeutiche riguardanti la patologia, ha, senz’altro, delle limitazioni. Si è visto, infatti, che dietro ad un valore di HbA1c di 6,5%, apparentemente soddisfacente, si nascondono spesso ampie fluttuazioni glicemiche, con bassi valori glicemici bilanciati da elevati valori glicemici. Per questo, ultimamente, si tende a considerare l’ipotesi che la variabilità glicemica, considerata in combinazione con il valore di HbA1c, possa essere un indicatore più affidabile per ottenere un adeguato controllo della glicemia e ridurre il rischio di complicanze a lungo termine. Le manifestazioni clinicamente più significative della variabilità glicemica sono le escursioni glicemiche post-prandiali e le ipoglicemie. Per raccogliere queste informazioni, il monitoraggio della glicemia è una parte integrante e preziosa della gestione quotidiana del diabete in quanto permette al medico di comprendere meglio in che modo agire. In particolare, il profilo glicemico ambulatoriale (AGP) indicato da Abbott potrebbe essere una proposta vincente in quanto fornisce una visione globale delle variazioni dei livelli di glucosio del paziente nel corso del tempo, consentendo al medico di...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
VISUALIZZA VERSIONE COMPLETA