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Nei pazienti con insufficienza cardiaca non ischemica, l'aggiunta di Trimetazidina alla terapia medica ottimale non sembra portare a benefici
Fonte: J Card Fail. 2014; 20(3):149-54.

Nei pazienti con insufficienza cardiaca non ischemica, l'aggiunta di trimetazidina alla terapia medica ottimale non comporta cambiamenti significativi della frazione d'eiezione, del consumo di O2 o della qualità della vita. Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Winter JL dell’Universidad de Chile Santiago. Dal momento che lo scompenso cardiaco (HF) è associato a cambiamenti nel metabolismo del miocardio provocando una compromissione della funzione contrattile e considerando che la trimetazidina (TMZ) migliora l’efficienza energetica del muscolo cardiaco migliorando gli esiti nella cardiopatia ischemica, i ricercatori hanno voluto valutare gli effetti della TMZ sulla frazione di eiezione ventricolare sinistra (FEVS), sul metabolismo cardiaco, sulla capacità di esercizio, sull’O2 al picco e sulla qualità della vita nei pazienti con insufficienza cardiaca non ischemica. Pertanto sono stati...continua a leggere

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