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La pressione controllata dimezza il rischio di un secondo ictus
Fonte: Stroke Published online before print March 27, 2014, doi: 10.1161/ STROKEAHA.113.001900.

Amytis Towfighi, neurologo della Keck School of Medicine presso la University of Southern California di Los Angeles, ha pubblicato sulla rivista Stroke una analisi post-hoc dei dati relativi allo studio VISP (Vitamin Intervention for Stroke Prevention). L’analisi ha riguardato 3.680 pazienti di età superiore ai 35 anni colpiti da un recente ictus (<120 giorni) nel periodo 1996-2003. Tra i numerosi fattori di rischio di ictus valutati, lo studio è stato focalizzato sui valori della pressione arteriosa che sono stati rilevati alla visita di arruolamento, ad un mese dopo l’avvio dello studio, a sei mesi e poi a intervalli di sei mesi per due anni. Valori non superiori a 140 mmHg su 90 mmHg sono stati considerati nella norma e la pressione arteriosa è stata considerata “controllata”. I pazienti sono stati divisi in gruppi in funzione della percentuale di visite in cui la PA risultava controllata: <25%, da 25% a 49%, da 50% a 74% e ≥75%. E' stata effettuata una analisi statica multivariata e aggiustata per variabili demografiche e cliniche al fine di valutare l’associazione tra il controllo della PA con l’ictus primario e secondario, infarto del miocardio e mortalità cardiovascolare. Meno del 30% dei pazienti già colpiti e sopravvissuti ad un ictus manteneva un adeguato controllo della pressione per almeno il 75% del tempo considerato. Tra i...continua a leggere

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