E’ il caso di una signora di anni 59 che decide di recarsi al Pronto Soccorso per una lieve dispnea da sforzo e tosse secca. Non ha patologie rilevanti in anamnesi ed ha sempre goduto di buona salute. Al medico che la visita chiede di poter fare un Rx del torace poiché pensa di avere una bronchite o al massimo una polmonite. Il reperto obiettivo è di rumori umidi fini su entrambi gli emitoraci. La pressione arteriosa è normale (130/80 mmHg) e i polsi arteriosi periferici sono nella norma. Il medico del Pronto Soccorso invia la paziente all’Rx del torace così insistentemente richiesto e il radiologo che visiona il radiogramma si accorge di un’ombra cardiaca significativamente aumentata, associata a un chiaro reperto di stasi polmonare. Per tale motivo, ritiene opportuno coinvolgere il cardiologo di turno, chiedendo di eseguire quantomeno un ECG e un Ecocardiogramma. L’ECG documenta una fibrillazione atriale a frequenza ventricolare elevata, misconosciuta alla paziente e l’Ecocardiogramma consente di capire cosa stesse realmente succedendo. In particolare, appena la sonda ecografica viene appoggiata al torace, è possibile evidenziare una enorme massa rotondeggiante nell’atrio sinistro, del diametro di 6x4 cm, a contorni netti, estremamente mobile e flottante all’interno dell’anello mitralico con un movimento va e vieni (continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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