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Uomo di 52 anni affetto da cardiomiopatia dilatativa primitiva

L'ottimizzazione automatica del dispositivo CRT consente di migliorare la contrattilità e quindi la situazione clinica del paziente...

INTRODUZIONE
La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) ha dimostrato un’elevata efficacia nel trattamento dello scompenso cardiaco, tanto da entrare a pieno titolo in classe I livello di evidenza A nelle linee guida per la gestione dello scompenso cardiaco refrattario alla terapia medica ottimale, con frazione d’eiezione severamente depressa, in classe NYHA avanzata, con durata del QRS ≥150 msec (Linee Guida ESC/EHRA 2012). A fronte di un’elevata efficacia, restano però circa un 30-35% di pazienti “non-responder” per scarsa selezione del paziente e, soprattutto, per scarsa ottimizzazione del device, una volta impiantato. Infatti, la riprogrammazione della temporizzazione di stimolazione contribuisce in modo consistente all’efficacia della terapia determinando un miglioramento delle curve di sopravvivenza nel lungo termine nonché un abbattimento dei costi economici legati alla riduzione delle ospedalizzazioni. L’ottimizzazione dei ritardi basata sull’attività di un sensore emodinamico (SonR) in grado di rilevare le vibrazioni cardiache legate ai movimenti di valvole e pareti - soprattutto nella fase di contrazione e rilassamento isovolumetrico (primo tono cardiaco), è tra le più promettenti nella pratica clinica. Tale ottimizzazione viene effettuata settimanalmente in modo...continua a leggere

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ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS

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