Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Valdecira M Piveta, dell’università di San paolo, Brasile. E’ ben noto come il diabete di tipo 2 è un importante fattore di rischio cardiovascolare invece non è noto se lo siano anche gli stati iperglicemici più lievi come prediabete (PD). Partendo da questo presupposto ed essendo noto come l’emoglobina glicata (HbA1c) sia uno strumento diagnostico per il diabete mellito (DM) e per il PD, i ricercatori hanno voluto valutare il profilo di rischio cardiometabolico e le lesioni coronariche di pazienti PD ( identificati sia con la glicemia a digiuno (FPG) che con i livelli di HbA1c) sottoposti ad angiografia coronarica. Sono stati studiati 514 individui senza alterazioni del metabolismo glucido noto. Il loro status glicemico è stato valutato con la FPG e con la HbA1c (HPLC) e classificato secondo le linee guida ADA, utilizzando ogni...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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