Lo studio parte dall’osservazione che i farmaci cardioprotettivi sono sottoutilizzati nei pazienti dilalizzati ed esplora l’ipotesi che un incremento del loro utilizzo possa tradursi in un incremento di sopravvivenza. Lo studio è retrospettivo e ha coinvolto 50.468 pazienti. Le terapie prese in esame includevano ACE inibitori, bloccanti recettoriali dell’angiotensina, beta bloccanti, calcio antagonisti e statine prescritti entro 90 giorni dall’inizio della dialisi. L’analisi ha valutato differenze nei protocolli terapeutici locali evidenziando che solo l’utilizzo più frequente di terapia beta bloccante si associava ad un tasso più elevato di sopravvivenza globale e libera da eventi a un anno (p rispettivamente 0.02 e 0.033). L’utilizzo più frequente di calcio antagonisti si associava invece a una riduzione della sopravvivenza libera da eventi a due anni (p 0.009).
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