Il warfarin nei primi mesi di trattamento si accompagna ad un alto rischio di sanguinamenti per la difficoltà di stabilizzare l’entità della scoagulazione. I nuovi anticoagulanti orali, che determinano una scoagulazione più stabile, dovrebbero ovviare questo inconveniente. Un’analisi del database danese ha confrontato 7.063 soggetti naive trattati con dabigatran con 14.126 avviato a terapia con warfarin. Dopo 13 mesi i soggetti trattati con warfarin avevano un’incidenza più alta di emorragie totali o maggiori (0.51 e 0.37% rispettivamente), rispetto a quelli trattati con dabigatran 110 mg x 2 (0.45 e 0.37%) o 150 mg x 2 (0.29 e 0.22). Sorprendentemente il gruppo con più basso rischio emorragico è stato quello trattato con l’alta dose di dabigatran, probabilmente perché i pazienti trattati con la dose bassa sono più anziani, hanno un rischio emorragico più alto e più frequentemente assumevano antiaggreganti. Entrambi i...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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